3D: i pericoli delle nuove TV

Vi abbiamo parlato finora solamente dei pregi e delle straordinarie performance e bontà delle 3DTV, ma ogni opera d’arte ha anche il suo lato oscuro. Lasciando perdere il discorso sugli occhialini 3D da cinema, Samsung ha messo nero su bianco (in pixel) i “pericoli” del tridimensionale.
 
Ci sono sette categorie di persone che dovrebbero usare con moderazione il 3D, sette tipologie che, c’è da dire, rappresentano quasi la totalità dell’essere umano… Con una pagina sul sito ufficiale, il colosso coreano ci parla di come andrebbe usato idealmente il 3D.

Per prima cosa suggerisce l’utilizzo di occhialini appositi, successivamente di proteggere le lenti da luce solare diretta, spegnere tutte le luci a fluorescenza e bloccare ciò che può interferire con la visione. In casi estremi – ripetiamo, estremi – è possibile anche che il 3D stimoli attacchi epilettici per persone predisposte. Di conseguenza se si percepiscono visioni alterate, mal di testa, convulsioni, crampi, disorientamento, ecc.. conviene allontanarsi dallo schermo.
 
Ma quali sono queste sette categorie di persone che dovrebbero usare il 3D con moderazione se non adirittura limitarlo al massimo: donne incinte, bambini sotto i 6 anni, più in generale teenagers, anziani, persone con disturbi del sonno o con dipendenze da alcol e droghe, persone in forte sovrappeso e infine a persone con gravi patologie. Insomma sommando il tutto a milioni e milioni di utenti in tutto il mondo. Può sembrare esagerato, ma per qualsiasi tecnologia si possono trovare precauzioni del genere.
 
Più utili i consigli sul posizionamento dallo schermo che dev’essere di almeno tre volte l’altezza della TV stessa, gli occhialini 3D Active Glasses indossati a lungo possono causare malesseri diffusi, inoltre non indossarli per altri usi al di fuori della 3DTV. Può sembrare banale, certo, ma le marche hanno imparato sulla loro pelle quanto siano obbligate a specificare l’ovvio.

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