Internet: il maxi dirottamento cinese del traffico USA

L’8 Aprile scorso, per 18 minuti il traffico Internet americano è stato dirottato verso server cinesi: un’operazione di cyberterrorismo architettata nei minimi dettagli, che potrebbe (anzi, dovrebbe) aver avuto un consistente aiuto da parte del governo. Ecco quanto evidenzia e accusa la U.S.-China Economic and Security Review Commission, che poi aggiunge che in quel breve lasso di tempo sarebbero state compromesse sicurezza e privacy con conseguente estrapolazione di dati e informazioni sensibili. E’ stato stimato che in quel quarto d’ora abbondante di attacco, sia stato deviato ben il 15 per cento del traffico mondiale. Pronto un nuovo scontro diplomatico globale sull’asse USA vs Cina?

E’ il nuovo capitolo della cyber-guerra tra americani e cinesi, con quest’ultimi in prima linea ormai da inizio anno quando è stato svelato l’attacco che ha coinvolto Google e la sua mail e svariate aziende statunitensi. Per difendere il paese era scesa in campo anche Hillary Clinton che aveva lanciato il monito “Ci saranno conseguenze per i cybercriminali“.
 
E ora che la situazione sembrava essersi raffreddata, arriva la denuncia dell’organo più competente, la U.S.-China Economic and Security Review Commission, che racconta di come poco tempo dopo le frasi della Clinton sia avvenuto un ennesimo attacco.
 
Questa volta si è dirottato il traffico USA per un tempo non indifferente di 18 minuti, l’8 aprile, con un discreto numero di comunicazioni in uscita e in entrata da portali governativi e militari come Senato, NASA, Esercito, Marina, Areonautica e Marines.
 
E’ ancora presto per stilare il conto dei danni, ma saranno facilmente ingenti. Potrebbe invece essersi trattato di un errore? Non è da escludere, anche se sembra improbabile: milioni e milioni di naviganti sono transitati loro malgrado su server cinesi, a causa della modifica del routing su internet attraverso la procedura “IP hijacking“. China Telecom ha immediatamente smentito, ma McAfee rilancia “Potrebbe essersi trattato del più grande attacco informatico della storia, potremmo non conoscere mai cosa ha comportato“.

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