WikiLeaks: Berlusconi censura Internet per favorire le proprie televisioni

WikiLeaks continua il suo stillicidio di notizie, l’ultima riguarda l’Italia e più precisamente il Premier Berlusconi che è stato accusato di aver censurato Internet per favorire i propri interessi ossia le imprese commerciali come le emittenti televisive. L’accusa arrivava dall’ambasciatore americano Thorne attraverso due cablogrammi poi diffusi dal portale e poche ore fa stampa nazionale. Questo uso del potere per fini privati sarebbe legato al decreto Romani che offrirebbe una sponda per “azioni legali contro chi entrasse in competizione con membri dell’elite al governo“. Ma ecco su cosa vertono queste nuove voci.

Prima di tutto occorre spiegare a cosa si riferisce il Decreto Romani: è la legge subito ribattezzata “anti-Internet” che sarebbe potuta passare a cavallo del 2010 e che, secondo l’ambasciatore americano a Roma David Thorne, “Avrebbe contribuito a azzittire la concorrenza politica, dando la possibilità di censurare qualsiasi contenuto“.
 
Una legge che avrebbe “Sfavorito i competitor delle imprese personali di Berlusconi“, sono questi i punti della critica mossa dall’ambasciatore che si dimostrava perplesso e sospettoso nella sua relazione al governo americano, poi ripresa da Wikileaks, che recentemente ha visto il fondatore Assange arrestato a Londra.
 
Frasi che confermerebbero l’importanza ormai data a Internet da parte dei governi: l’ambasciatore ricorda inoltre che gli USA hanno sempre combattuto affinché tali leggi non fossero promulgate, per non creare precedenti “Per paesi come la Cina, giustificherebbero l’attacco alla libertà d’espressione“, fatti poi puntalmente accaduti a Pechino.

Impostazioni privacy