L’aborme KM3Net cerca i neutrini e ascolta le balene

I neutrini sono più veloci della luce? La risposta definitiva non è ancora arrivata, ma la crescente attenzione intorno a questi protagonisti delle cronache scientifiche porta alla progettazione di innumerevoli studi e esperimenti. Il più suggestivo si chiama KM3Net e potrebbe diventare la seconda più grande costruzione umana dopo la Grande Muraglia Cinese. Occuperebbe diversi chilometri cubici a grandi profondità nel Mare Mediterraneo e fungerebbe non solo da neutrino-detector, ma anche da stazione di ascolto dei canti delle balene.

Suggestiva questa commistione tra scienza del microscopico e del gigantesco: da un lato gli inafferrabili e velocissimi neutrini e dall’altro gli animali più grandi, le immense balene. I laboratori per catturare i neutrini sono dislocati in luoghi particolari come ad esempio sotto il Gran Sasso oppure in enormi vasche di acqua cristallina in Giappone o le sfere in Canada.
 
Ogni secondo 65 miliardi di neutrini passano attraverso ogni centimetro quadrato del nostro corpo e proseguono la loro corsa nell’universo, è elaborato riuscire a studiarli. Più la struttura è grande più ci sono possibilità di osservarli e così KM3Net non pone limiti alle dimensioni.
 
A circa 1000 metri di profondità si posizionerebbero 37.000 sensori in un’area di tre chilometri cubici a formare una griglia sottomarina. Oltre a cercare di captare i neutrini, questi sensori includeranno anche un idrofono per ascoltare i suoni e i canti delle balene. Un progetto che vede l’Italia in primo piano con il dottor Giorgio Riccobene a dirigere i lavori. Il Governo ha stanziato €20.8 milioni lo scorso 24 novembre, contribuiranno anche altri dieci paesi europei e oltre 40 università.

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