Facebook? Altro che perditempo, in Italia un affare da €2.5 miliardi

Su Facebook c’è chi ci passa le giornate magari sul posto di lavoro, per ammazzare il tempo e spesso abbattendo la produttività. Ma c’è anche chi su Facebook ci lavora proprio. Non ci riferiamo ai dipendenti di una fantomatica divisione italiana o europea del social network quanto di chi sfrutta il portale di Mark Zuckerberg per ampliare il giro di affari e per far accrescere la propria società e il proprio giro di contatti. Volete qualche numero? Si parla di 35.000 posti di lavoro per un introito totale di ben 2.5 miliardi di euro, niente male.

In Europa lavorano grazie a Facebook ben 232mila persone, che sfruttano una delle piattaforme più popolate del web, d’altra parte ormai ha sfondato da tempo la barriera degli 800 milioni di iscritti e si può considerare verosimilmente la terza nazione virtuale al mondo dopo Cina e India. Quando arriverà a un miliardo di utenti? Forse già a fine anno? Difficile, perché ormai si è raggiunta la fase di stallo della parabola.
 
Se in Europa il giro d’affari è quantificabile in 15.3 miliardi di euro, in Italia si mette da parte il 16% della torta, una sostanziosa fetta che vale 2.5 miliardi di euro. Il quadro è stato offerto dal rapporto commissionato direttamente dal social network alla società d’analisi Deloitte. Ma da dove arrivano questi soldi visto che l’iscrizione non costa nulla, si chiedono diversi utenti? La risposta è semplice: soprattutto dalle applicazioni, ma anche dalle pubblicità per un numero interessante di aziende e di persone coinvolte.
 
Incredibilmente l’Italia si trova sul podio europeo dietro a Germania e Francia, dimostrando che saremo anche abbastanza fissati con il social networking ma che per fortuna si riesce anche a sfruttare in modo adeguato questa passione anche per monetizzare. Buona parte dei ricavi arrivano dal mero utilizzo del sito (1.6 miliardi e 21.000 posti di lavoro), ma crescono anche il settore delle infrastrutture (800 milioni e 10.000 posti lavoro) e le applicazioni e attività collaterali (rimanenti 2000 e 200 milioni di euro).
 
E ora che il profilo personale sta passando al Timeline ossia Diario, il contributo delle società interessate a investire su Facebook sarà ancora più aperto. Basta citare solo i primi nomi che hanno partecipato all’offerta di applicazioni come ad esempio Pinterest, Tripadvisor, Gogobot e via dicendo. Senza dimenticare che presto sviluppatori e co. potranno personalizzare i Mi Piace. Insomma, sarà anche un triangolo delle bermuda della produttività, ma c’è chi in questo mare tumultuoso carica reti piene di euro.

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