Kodak in bancarotta, il tramonto di un’epoca

La notizia è di quelle rumorose: Kodak ha formalmente richiesto la bancarotta assistita, andando in regime Chapter 11 ossia sotto il comando di un’amministrazione controllata che proseguirà tutti i discorsi di produzione, distribuzione e sviluppo. Soprattutto di ristrutturazione. A garanzia del futuro si sfrutterà un consistente prestito di 950 milioni di dollari che arrva da Citigroup. Il tonfo di una delle più storiche società del mondo della fotografia, fondata ben 131 anni fa, non è certo una sorpresa visto che era noto da tempo che il colosso navigasse in cattive acque. C’è da sperare – quantomeno crederci – che rimanga un caso isolato, ma non è così scontato.

La notizia è arrivata di prima mattina: Kodak richiede il fallimento assistito avvalendosi della protezione della bancarotta assistita del Chapter 11 presso il tribunale di New York. Il motivo? Una liquidità praticamente inesistente, vendite non così entusiasmanti e soprattutto brevetti in situazione di stallo che non si riescono a vendere e dunque a sfruttare per accrescere i ricavi. Ora il gruppo finanziario Citigroup Inc. fornirà 950 milioni di dollari per la sussistenza dei prossimi mesi. Al vertice della società si piazza Dominic Di Napoli, vice presidente della FTI Consulting Inc.
 
L’amministrazione controllata cercherà di proseguire tutti i discorsi in corso durante le procedure fallimentari, Eastman Kodak ha commentato affermando che “La procedura di riorganizzazione ha come obiettivo quello di rafforzare la liquidità, monetizzando il settore brevetti ossia le proprietà intellettuali non strategiche e puntando a attività per un ricavo di maggior valore“. Al tribunale di New York è arrivata la richiesta di Chapter 11 e i dettagli con asset per 5,1 miliardi di dollari e debito di 6,75 miliardi di dollari.
 
bancarotta kodak
 
Dominic Di Napoli andrà così a prendere la guida di una società che già non se la passava bene, in più è letteralmente crollata nell’ultimo periodo strategico del CEO Antonio Perez che ha comportato una perdita di 7 miliardi di dollari di valore di mercato. Ora quali sono gli orizzonti per la società fondata ben 131 anni fa (con 19.000 dipendenti) e per lungo tempo in testa alle classifiche del settore, almeno fino all’avvento del digitale (soprattutto dal 2001) e della concorrenza spietata degli altri colossi?
 
Ovviamente è difficile che il marchio Kodak sparisca del tutto né che diventi una sorta di zombie come Polaroid, ma entro un anno si cercherà di riemergere dal Chapter 11 andando a concentrarsi solo dove necessario. Aspettiamoci dunque un corposo taglio alla produzione di dispositivi marginali come ad esempio le stampanti e una vendita puntuale dei brevetti più fruttiferi. Probabilmente si arriverà a un catalogo e a un portfolio meno ampio e variegato, ma più efficiente e stabile. Si spera.

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