Clochard diventano hotspot 4G umani [VIDEO]

Come promuovere e diffondere il segnale 4G LTE? Attraverso gli homeless ossia i senzatetto che diventano una sorta di ripetitori ambulanti. L’iniziativa è stata ideata dall’agenzia pubblicitaria Bartle Bogle Hegarty ed è stata messa in pratica in occasione del SXSWI ossia del congresso South by Southwest Interactive a Austin in Texas. Nel video qui sopra, Clarence spiega come funziona il sistema e racconta anche la propria drammatica storia. Inutile specificare che l’iniziativa ha scatenato polemiche e discussione online e sugli organi di stampa americani perché si accusa di sminuire la dignità di queste persone. Ma i diretti interessati non sembrano così offesi.

Sono circa 15 e vagano per i dintorni della fiera SXSWI di Austin (un festival delle nuove tecnologie, trend, iniziative in TV o sul web e altro ancora) indossando una maglietta sulla quale si può leggere “Mi chiamo (nome), un hotspot 4G, invia un SMS con scritto HH (nome) al numero 25827 per accedere www.homelesshotspot.org“. Già, sono stati subito ribattezzati Homeless Hotspot, proprio come il progetto, perché questi individui senza fissa dimora sono stati impegnati con un lavoro speciale per la fiera texana. indossano la tecnologia necessaria per permettere l’accesso al web ad alta velocità via LTE 4G.
 
I businessmen, i visitatori e gli espositori della fiera possono avvicinarsi oppure chiamare i senzatetto hotspot e, completando la procedura riportata sulla t-shirt, possono collegarsi con smartphone, tablet (come il nuovo iPad) o notebook compatibili. Quanto costa il servizio? Non ha un prezzo fisso, ma segue la filosofia del pay-what-you-wish ossia del paga quanto desideri. La somma suggerita è quella di 2 dollari per 15 minuti di connessione senza fili, ma è a discrezione dell’utente. Si utilizza Paypal e l’intera somma finirà poi all’homeless.
 
D’altra parte l’agenzia pubblicitaria e di marketing Bartle Bogle Hegarty (BBH) ci guadagna già solo con tutta l’eco che questa iniziativa sta raccogliendo in rete. Siamo sicuri che sarà già rientrata nelle spese. Ne hanno parlato tutti i principali network americani e quotidiani. La maggior parte in senso negativo come il New York Times. Ad esempio si è criticato non solo il fatto che esseri umani meno fortunati vengano ridotti a un lavoro “da oggetto” ma che sia emblematico sullo stato di salute dell’LTE stesso, la cui infrastruttura portante ha non pochi problemi. Scarso segnale da un lato e dall’altro dispositivi che succhiano troppa energia alla batteria. Inoltre sui social network si mescolano indignazione e curiosità. E’ in rapida ascesa il trend #HomelessHotspots su Twitter USA. Ad esempio @PatrickHolly afferma “E’ un’iniziativa che mi lascia amaro in bocca” oppure @ZSelter: “La cosa più offensiva dell’iniziativa è l’idea che si dia un compenso agli homeless, come se fosse un privilegio“.
 
Altrettanto ovviamente l’autore della campagna ossia Saneel Radia afferma che la volontà dell’iniziativa era quella di sensibilizzare l’opinione pubblica sugli homeless grazie a una partnership con l’associazione Front Steps che cerca di dare un lavoro ai senzatetto. Come con la consegna di giornali in strada. Ma il futuro è quello dei servizi digitali, proprio come la connessione al web. Vero, ma ci sono altre soluzioni come ad esempio i cassonetti dell’immondizia che Londra sta installando per le prossime Olimpiadi, che fungono anche da punti d’accesso dislocati in modo tattico in tutta la città. Dal canto loro, gli homeless l’hanno presa più che bene, come Clarence (vedi su) che si definisce houseless più che homeless e che ha perso tutto dopo l’uragano Katrina, a New Orleans. E in Italia, quando arriverà il 4G? Siamo ancora in alto mare, solo ora iniziano le prime dimostrazioni pubbliche, di Telecom Italia e Vodafone, entrambe da Torino.

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