Si sta alzando la febbre da domini di primo livello, che cosa sono? Sono l’ultima parte dell’indirizzo web come ad esempio il .it di tecnocino.it. L’ICANN – Internet Corporation for Assigned Names and Numbers – ossia l’organo che decide e regolamenta il settore, ha recentemente ufficializzato la liberalizzazione di questi domini di primo livello che potranno essere scelti senza alcun limite. Ovviamente si dovrà pagare caro, ma i grandi brand non si spaventano e sfruttano immediatamente la possibilità. L’ICANN ha svelato le scelte più curiose e possiamo scoprire che va alla grande “.app”, che ovviamente si riferisce alle applicazioni software, ma sono stati richiesti molto anche quelli bancari come “.bank” o informatici come “.web” e “.secure”. Tra le circa 1930 proposte giunte all’Icann entro il termine ultimo dello scorso 30 maggio si sono visti tantissimi marchi automobilistici come .ferrari, .fiat, .lamborghini, .abarth, .alfaromeo, .maserati oppure di lusso come .gucci. Una curiosità: il continente con più richieste è stato il Nord America con 911 solo dagli USA, 675 dall’UE. I prezzi? Se accettati si dovrà sborsare un totale di 185.000 dollari più 25.000 dollari annui.
I domini sono liberi da diverso tempo, chiunque può controllare che il proprio termine desiderato non sia occupato e si può muovere per assicurarselo a un prezzo abbastanza modico. Ora però, l’ICANN (Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) permetterà di scegliere anche la parte finale, il dominio di primo livello, come meglio si crede e così fioccano le possibilità e aumentano all’infinito le potenzialità di mix.
Si potrà così, ad esempio, registrare il dominio del proprio nome e il dominio del proprio cognome per un sito che apparirà come www.nome.cognome oppure le aziende potranno bloccare quello del proprio marchio così da rendere ancora più unico il proprio spazio online. Tuttavia, per dissuadere il fenomeno del cybersquatting sono stati fissati costi altissimi per la registrazione, molto di più rispetto ai domini tradizionali. Si parla di 185.000 dollari ossia 145.000 euro circa.
Ma in generale tutte le grandi società potrebbero avvalersi di questa possibilità, comprese le istituzioni nazionali e internazionali, i grandi brand non solo dell’informatica e personaggi pubblici particolarmente vicini al web. E le truffe? 145.000 euro potrebbero valere la spesa se si gioca sui possibili errori di digitazione degli utenti a siti famosi, ad esempio ebay.con oppure google.itt o via dicendo.




