Steve Jobs vs Amazon: il cartello sul prezzo degli ebook

Steve Jobs aveva allestito un diabolico piano per mettere più di un bastone tra le ruote di Amazon: è quanto rivelato dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, che ha chiamato l’attuale CEO di Apple, Tim Cook, a testimonianza per fare chiarezza e luce sulla vicenda. Qual è l’accusa? Si dice che Jobs avesse creato una sorta di accordo sotterraneo con cinque editori americani per far sì che gli ebook non scendessero sotto un determinato prezzo allo scopo di disincentivare gli affari di Amazon che in quel momento (parliamo del 2010) stava letteralmente volando con il business degli ebook.

Steve Jobs avrebbe mal digerito la concorrenza di Jeff Bezos, uno che non solo aveva creato uno store di contenuti, servizi e di oggetti e beni acquistabili, ma anche una persona che mirava (e poi l’ha fatto) a creare un vero e proprio polo tecnologico con la presentazione di una serie di ottimi prodotti della gamma Kindle con per ultimo il Kindle Fire HD un tablet di grande qualità. Con l’accordo con gli editori, il prezzo degli ebook sarebbe stato mantenuto alto per mantenere un cartello a vantaggio di Apple e del suo iBookstore e a danno di Amazon che avrebbe dovuto vendere sottocosto.
 
Ma Steve Jobs aveva anche affermato che Android era un sistema operativo rubato, troppo simile a iOS e per questo motivo sarebbe stato da distruggere. Era quanto emergeva da un’anticipazione svelata da Walter Isaacson, il biografo ufficiale del numero uno di Cupertino, poco prima dell’uscita del racconto della vita di Jobs. A quanto pare Steve non solo non vedeva di buon occhio l’OS di Google, ma lo considerava anche un’offesa più che una minaccia, un rivale da sconfiggere in modo netto, probabilmente usando anche la classica arma dei brevetti.
 
Dalla vendutissima (e prima ancora prenotatissima) biografia scritta da Walter Isaacson (600 pagine uscita a novembre 2011) che prometteva faville e rivelazioni choc come quella sull’operazione rifiutata, ma non solo. Tra le varie rivelazioni raccolte da Isaacson durante svariate interviste – soprattutto nelle ultime, in questo caso – emergeva così il Jobs-pensiero su Android: un OS copiato, da distruggere. Ci era andato giù pesante, al momento del debutto di Android: “Spenderò fino all’ultimo centesimo dei 40 miliardi di dollari di Apple e combatterò all’ultimo respiro per rispondere a questo torto. Distruggerò Android perchè è un plagio, farò una guerra termonucleare, se necessario“. Riportate anche le frasi velenose contro l’allora CEO di Google, Eric Schmidt: “Non sono interessato ai tuoi soldi, ne ho un sacco. Voglio solo che smettiate di copiarci“.

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