Facebook: il nostro cervello è fatto per il social network

Il Rich Media, nella sua più semplice descrizione, implica ogni tipo di contenuto multimediale e interattivo nel web. Con l’emergere delle nuove tecnologie, la nozione di Rich Media si è evoluta e si caratterizza ormai dall’insieme dei contenuti che interagiscono con l’utente. In poche parole, la pubblicità Rich Media mette insieme le diverse tecnologie come il suono, il video o il Flash e con dei linguaggi di programmazione quali Java, Javascript e DHTML.

L’impatto di queste nuove forme di pubblicità è molto importante nella nostraa vita quotidiana, visto che corrispondono al funzionamento del nostro cervello. Quest’ultimo calcola 60.000 volte più velocemente le informazioni presentate a livello visivo piuttosto che a livello testuale. Da cui, l’efficacia sempre più crescente della pubblicità sulle piattaforme social di condivisione di foto (Instagram, Pinterest, Snapchat, Facebook, Twitter,…). Se da una parte è molto più semplice ricordare un’informazione quando viene illustrata, è perché gran parte dei nostri collegamenti cerebrali vengono fatti direttamente con i nostri occhi e, questo, lo hanno capito i grandi marchi mondiali.

Nel periodo in cui viviamo, un post abbinato ad un’immagine su Facebook riceve il 90% di riscontro in più rispetto ad un post senza immagine. Ma non è finita qui: mentre alcuni temono una nuova generazione di ignoranti, il linguaggio visivo permetterebbe di imparare meglio. Morale della favola: quelle pubblicità che vedete spuntare ogni tanto aprendo un sito non sono inutili come potreste pensare, ma si tratta di messaggi che vengono recepiti direttamente dal vostro subconscio e che, prima o poi, potrebbero farvi effetto. Aspetto sul quale vi lasciamo meditare.

Facebook: come guadagnare con pagine, mi piace e pubblicità

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