Apollo 11: i 48 anni dallo sbarco sulla Luna

Alle ore 4 e 57 minuti dell’ormai quasi mattina del 21 luglio 1969, la missione Apollo 11 portò a termine una delle più grandi e entusiasmanti avventure della storia umana: lo sbarco sulla Luna. Neil Armstrong scese dalla scaletta del modulo lunare – l’Eagle – e compì il celeberrimo passo che lo rese il primo uomo sul nostro unico satellite naturale.

Sono passati 48 anni dalla missione. Riviviamo tutte le emozioni della storica missione dopo il salto, con alcune curiosità imperdibili.

Nonostante tutto questo tempo, ancora oggi spezza il fiato osservare le foto scattate da Armstrong e da Buzz Aldrin nelle due ore e mezza circa trascorse sulla Luna, saltellando qua e là per compiere esperimenti scientifici, per raccogliere materiale e per lasciare impronte e una bandiera americana che ancora oggi rimangono così come le hanno lasciate e come recentemente fotografate dalla sonda LRO.

Le fasi della missione

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La partenza della missione Apollo 11 era avvenuta cinque giorni prima – il 16 luglio – presso il Kennedy Space Center grazie all’immenso razzo Saturn V che portò il Columbia in orbita 12 minuti dopo l’accensione dei motori. Il 20 luglio, il modulo lunare Eagle si separò dal Columbia e iniziò la manovra di discesa verso il suolo lunare, con a bordo Armstrong e Aldrin, mentre Michael Collins (nato a Roma) rimase sul Columbia.

L’allunaggio fu abbastanza travagliato dato che si guastò il sistema di guida automatica per esaurimento della memoria del computer (congestionata dall’attivazione del radar rendez-vous, erroneamente attivato). A proposito di computer, ecco com’era quello della missione. Armstrong dovette poi prendere i controlli semi-manuali e allungare la discesa spostandosi dal punto prestabilito per evitare rocce pericolose. Alle 22.17 italiane allunarono con soli 25 secondi ancora di carburante.

I primi passi

Celebre la sua frase: “Houston, qui Base della tranquillità. L’Eagle è atterrato“. L’Aquila si fermò a circa 20 chilometri del cratere Sabine D. Secondo i programmi i due astronauti avrebbero dovuto riposare e dormire per almeno quattro ore prima di scendere, ma erano ansiosi di esplorare la Luna e forzarono i tempi per uscire dall’Eagle prima del tempo.

Houston acconsentì e così poco prima delle 5 di mattina (3 ore e mezza prima del previsto), posarono il piede sulla Luna. Armstrong osservò “La superficie è a grana molto molto fine” poi pronunciò la celebre frase del piccolo passo. Aldrin commentò: “È una magnifica desolazione“. Il resto è storia.

Le tracce sulla Luna

Della missione Apollo 11 rimangono i resti, che sono stati recentemente immortalati dalla sonda LRO che orbita intorno al satellite fotografandolo ad altissima risoluzione. Inoltre portiamo in dote almeno dieci tecnologie che sono state sviluppate per le missioni spaziali e che sono poi entrate nell’uso comune.

A proposito dello sbarco sulla Luna, vi consigliamo di leggere la nostra intervista a Achille Judica Cordiglia in occasione del quarantennale.

La scomparsa di Neil Armstrong

Neil Armstrong Luna

Neil Armstrong è morto il 26 agosto 2012 a Cincinnati a 82 anni per via delle complicazioni in seguito a un delicato intervento cardiaco: se ne andava il primo uomo della storia ad aver camminato sulla Luna, 43 anni prima, coronando il sogno di millenni grazie alla missione Apollo 11 che allunò il 21 luglio del 1969 presso il Mare della Tranquillità.

Diventò ufficialmente astronauta dopo aver superato quota 100 km a bordo dell’aereo-razzo X-15 (toccando per altro la velocità di 6.401 km/h) poi salì a bordo di Gemini 9 e fece parte dell’equipaggio di riserva di Apollo 8. Ma nel 1969 ebbe il grande onore di essere il primo a toccare il suolo lunare.

Se la Luna orbitasse a 400 km dalla Terra? [VIDEO]

E se la Luna orbitasse intorno alla Terra non da circa 400.000 km ma da cento volte meno la distanza? Ecco, se si piazzasse a circa la stessa orbita della ISS ossia la Stazione Spaziale Internazionale, che viaggia a 400 km circa (anche meno, mediamente) dal nostro pianeta? Ebbene, c’è chi ha letteralmente reso realtà – seppur in modo virtuale – questa ipotesi con un video che mostra come apparirebbe il nostro satellite da tale distanza.

Sarebbe davvero enorme e velocissimo, impiegherebbe 90 minuti a girarci intorno e causerebbe periodiche eclissi. Di più: sorgerebbe da ovest a est e non da est essendo così veloce. In realtà, l’ipotesi non regge per il limite di Roche. A quella distanza la Luna si disintegrerebbe formando anelli tipo Saturno (e se la Terra avesse anelli? Sarebbe così).

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