Il gioco online per migliorare la ricerca sul DNA

Quale miglior modo per cercare di migliorare una tecnica di ricerca sul DNA se non quella ludica? Un gruppo di ricercatori dell’Università di Stanford ha realizzato un videogioco online che stimola la fantasia e l’interesse dei programmatori globali per migliorare e ottimizzare il modo in cui si cerca di effettuare editing del DNA attraverso lo strumento Crispr (vedi dopo il salto per tutti i dettagli).

I biologi molecolari aprono così a nuove vie per controllare il sistema di editing del DNA Crispr-Cas9 per avere un metodo univoco e sicuro che non ammetta repliche. Il nome del gioco è OpenCRISPR e secondo Howard Chang, ossia il direttore del Centro Personal Dynamic Regulomes a Stanford, i requisiti sono alla portata di tutti.

Basta infatti contare sulle debite conoscenze, su una connessione a Internet di buona velocità, di tempo da utilizzare e interesse nelle risoluzioni dei rompicapo. “Le idee grandi possono venire da chiunque – ha commentato Chang – Questo è anche un esperimento di democratizzazione della scienza”. Scopriamone di più nei prossimi paragrafi.

Come funziona OpenCRISPR

OpenCRISPR è un videogioco il cui scopo è quello di progettare una molecola di RNA guida che possa fare da interruttore per il sistema Crispr (vedi sotto) rispondendo a pre-requisiti specifici che rendano tutto corretto e efficace anche nella realtà.

L’RNA deve essere specifico per una certa sequenza di DNA, necessita di essere riconosciuto da Crispr, condurre il sistema Crispr-Cas9 al gene target e offrire un supporto di riconoscimento per piccole molecole che possano inviare il segnale di attivazione del processo. Le modalità di gioco contano su livelli di difficoltà, punti, competenze e un po’ di community.

Che cos’è Crispr-Cas9

Che cos’è Crispr-Cas9? È un sistema ormai diffuso dagli anni ’80 per modificare il DNA delle cellule dei batteri come E.coli. Infatti, quando un virus infetta un batterio, quest’ultimo ha la possibilità di copiare e incorporare segmenti del DNA del virus all’interno del proprio genoma. Si ottiene così una sorta di sistema immunitario che ha memoria delle precedenti infezioni che può riconoscere il genoma successivamente. La mira dei ricercatori è quella di poter controllare Crispr accendendolo e spegnendolo a piacere.

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