NASA fotografa involontariamente i rarissimi spettri rossi

Gli spettri rossi sono dei fenomeni elettrici atmosferici rari non tanto per numero di apparizioni quanto per la difficoltà di catturarli. Sono una sorta di “appendice” dei fulmini, che avvengono ovviamente durante i temporali. Come in una sorta di costruzione verticale, al di sotto delle nuvole si manifestano i fulmini che tutti conosciamo, ma al di sopra (fino a 80km) possono avvenire questi particolari e suggestivi episodi di flash rosso-blu (simili a meduse, nella forma) dovuti dalla ionizzazione dell’aria, che durano pochi millesimi di secondo e dunque sono molto difficili da osservare a occhio nudo. Eppure, la NASA è riuscita a catturarne un gruppo grazie a un gran colpo di fortuna e una posizione di osservazione privilegiata: la Stazione Spaziale Internazionale.

Gli spiriti rossi o spruzzi rossi sono stati infatti immortalati in occasione della Spedizione 31 e più precisamente da una delle fotocamere digitali reflex a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. In quel momento, la ISS stava transitando sulla regione a nord della Malesia durante un temporale e si stava catturando un time-lapse ossia una raccolta di foto a intervalli regolari, dalle ore 13.41 alle 13.47 Universal Time del 30 Aprile 2012. Ebbene: il caso ha voluto che in uno e un solo frame sia stato immortalato il rarissimo fenomeno, che potete osservare nella foto qui sopra.
 
Come da prassi, lo spirito rosso è apparso al di sopra del fulmine (che potete osservare come lampo di luce chiara al di sotto), per decenni i piloti di aerei ne raccontavano la presenza al di sopra di temporali, ma è solo dagli anni ’90 che questi fenomeni sono stati verificati e riconosciuti. La prima fotografia è del 1989 per caso (anche questa volta) dai finestrini di un aeroplano mentre sono state poi numerose le immagini catturate da a bordo degli Shuttle grazie alla fotocamere a bordo. E’ possibile tentare di osservare anche a occhio nudo gli spiriti rossi, ma non è semplice, come provarci?
 
Ci si deve trovare su un rilievo, come su una montagna ad esempio, e si deve avere la fortuna di poter osservare un temporale in lontananza, come a valle. Si devono guardare però le zone di cielo al di sopra delle nuvole. Il fenomeno dura però pochi millesimi di secondo dunque serve una dose di fortuna molto alta, come quella dell’astronauta che ha catturato il fenomeno. A proposito di cielo e di spazio, le nubi nottilucenti e le scie degli Shuttle hanno verosimilmente spiegato cosa è successo a inizio secolo scorso a Tunguska in Russia.

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