Internet in Egitto: come è stato spento

L’Egitto si è barricato spegnendo Internet e tagliando così le comunicazioni interne tra i rivoltanti oltre che dei cittadini verso l’esterno del paese. Una mossa strategica che ha colpito la tecnologia e i nuovi media come i social network così da “tagliare i ponti” in modo drammaticamente 2.0. Ma come è stata operata tecnicamente questa procedura di blackout informatico sistematico e governativo? Mubarak non ha dovuto nemmeno sguinzagliare gli hacker del palazzo, ma si è avvalso di leggi che gli permettono progressivamente di spegnere la rete: Twitter da martedì, poi Facebook e Google giovedì e in un terzo momento anche le connessioni private e i portali web. Per non parlare delle celle dei telefoni.

Il Governo egiziano ha indotto gli provider nazionali (sono solo cinque!) a spegnere uno per volta le reti e le connessioni: hanno così ceduto alle richieste Vodafone/Raya, Link Egypt, Telecom Egypt, Etisalat Misr per legge e in soli 13 minuti mentre NoorGroup che sta resistendo per via della sua gestione delle connessioni borsistiche e dunque più complicato da disattivare.
 
L’Egitto è più strategico di quanto si potrebbe pensare per via della sua posizione geografica e fisica posta a cavallo di Africa e Asia, ma le comunicazioni che attraversano la nazione sono rimaste intatte. E’ fermarsi e diffondersi all’interno che risulta impossibile, come denunciato anche da Obama che ha difeso l’importanza dei social network.
 
Come è avvenuto però, manualmente, lo spegnimento? I router hanno ricevuto ordine di bloccare il passaggio di dati prima da Twitter poi da Facebook, così su Google e sul totale. Zero comunicazioni anche via cellulare con SMS e chiamate inattive. Gli operatori non hanno potuto protestare perché una legge glielo vieta.
 
Google (già al centro della querelle con la Cina) avrebbe trovato un metodo per aggirare il blocco: una speciale casella vocale localizzata ai numeri internazionali +16504194196 o +390662207294 o +97316199855 che converte i messaggi in file audio che sono spediti a Twitter con il tag identificativo #egypt.

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