C’è anche un piccolo undicenne, Sam Lesser, nella lista dei privati “truffati” dall’ingresso di Facebook in Borsa ossia dei caduti nella rete del dubbio se il proprio investimento sia andato a buon fine, pagando le azioni al giusto prezzo di 43 dollari. Questo perché visti i bassi volumi ottenuti, gli ordini di vendita sulle azioni al minimo prestabilito non sembra siano stati realizzati. L’ingresso difficoltoso di Facebook in Borsa, con il titolo che non solo non è decollato ma al tempo stesso è addirittura calato ha mietuto diverse vittime. Sembra che sia confermata la voce che i grandi investitori erano stati preventivamente informati del pericolo-flop dell’IPO del social network, mentre i privati erano rimasti all’oscuro. E così la banca Morgan Stanley – incaricata da Mark Zuckerberg di gestire l’operazione – ora dovrà fare i conti con l’investigazione. E con la rabbia del piccolo e determinato Sam.
Il piccolo magnate di undici anni vive a New York City e frequenta le scuole elementari nell Upper East Side. Aveva investito 10.000 dollari ossia i proventi della propria azienda (sì, è sua), la Sml Network, che tratta la vendita di accessori come braccialetti e ninnoli oltre che skateboard e braccialetti. Anche lui è stato vittima dei problemi tecnici del Nasdaq e dunque rischia di non vedere realizzato l’investimento di 10.000 dollari con un ordine a 43 dollari a azione. E’ tutto bloccato, probabilmente la Morgan Stanley rimborserà il piccolo Sam, ma allo stesso tempo ha già dichiarato che non potrà soddisfare tutte le richieste al prezzo di partenza.




