Mano protesi robotica stile Iron Man stampata in 3D [VIDEO]

Abbiamo visto tante mani protesi in questi anni, ma mai nessuna era come quella proposta da Pat Starace: prendendo spunto da Iron Man e dedicandosi ai più piccoli, la sua speciale proposta è stata sviluppata al computer e poi realizzata con estrema precisione con una stampante 3D. Si dedica ai più piccoli e dunque non si limita a poter garantire il movimento di ogni singolo dito separatamente, ma anche a includere simpaticissimi extra come un sistema laser nascosto sul dorso e una luce molto potente sul palmo, per andare a riprodurre fedelmente la mano di Iron Man. Può essere attivata a voce oppure con giroscopi e sensori di movimento inclusi.

Come messo in mostra, sarà molto semplice aprire e chiudere la mano così da afferrare oggetti e spostarli in modo molto più confortevole rispetto alle normali mani prostetiche attuali. Interessante l’osservazione che si può trovare a fine video dimostrativo in cui si può leggere che questo progetto è FUNctional ossia funzionale ma anche divertente, proprio per via del target al quale si riferisce. Pat è in cerca di collaborazioni per una produzione seriale.

Mano robotica per sentire gli oggetti

Una nuova speciale mano robotica è stata mostrata online: il suo compito e obiettivo non è solo quello di offrire un’alternativa all’arto perduto in quanto a funzionalità meccanica, ma anche e soprattutto restituire la sensazione delle sensazioni tattili. In tempo reale. Chiedetelo a Dennis Aabo Sørensen che ha perso la mano in un incidente durante l’esplosione di alcuni fuochi d’artificio nove anni fa. Con la nuova mano robotica può letteralmente sentire e percepire gli oggetti distinguendo la forma, la grandezza e anche la texture. Come sono riusciti, i ricercatori, a raggiungere questo risultato? Impiantando elettrodi transneurali nei nervi del braccio danneggiato di Sørensen, andando cioè a comunicare direttamente con l’organismo. La mano, dal conto suo, include tutti gli ultimi sensori ufficializzati per l’analisi delle sensazioni tattili. Durante i test ha anche riconosciuto (bendato e con tappi nelle orecchie) oggetti differenti.

Mano robotica che recupera il senso del tatto

Mano robotica senso tatto

Le mani robotiche che fungeranno da protesi hitech per il futuro accolgono una nuova interessante novità: grazie a una serie di sensori potranno anche “percepire” e infondere il senso del tatto. La prima mano bionica che permette a un amputato di sentire ciò che sta toccando sarà letteralmente “installata” su un paziente fra quale mese. Sarà per altro un paziente italiano, un giovane romano che ha perso la mano in seguito a un incidente. A capo del team si trova Silvestro Micera della Ecole Polytechnique Federale de Lausanne in Svizzera. La mano robotica si collegherà al sistema nervoso del braccio e così non solo potrà essere manovrata, ma informerà anche su ciò che si sta toccando o afferrando. Un sistema di comunicazione a doppia via. “Questo è un vero progresso tecnologico per gli amputati, una speranza. Sarà la prima protesi a fornire sensazioni in tempo realespiega il Dr. Miceraconsentendo anche una migliore accettazione della protesi stessa“. Le mani robotiche stanno vivendo un momento di grande evoluzione e potranno davvero rivoluzionare la vita alle sfortunate vittime di incidenti oppure di malattie che hanno causato la perdita dell’arto.
 

La mano robotica che non perde mai a carta-forbice-sasso


Siete dei veri campioni a Carta-forbice-sasso? Be’, mettetevi il cuore in pace perché non avrete alcuna chance di vincere contro la speciale mano robotica messa a punto dall’Ishikawa Oku Laboratory dell’Università di Tokyo, perché ha un tasso di vincita del 100%. Non si può vincere ma non si può nemmeno partecipare perché Janken – si chiama così, come il nome giapponese del gioco – mostrerà sempre sasso, carta o forbice per battervi, senza possibilità di errore. Il motivo di questa imbattibilità è presto detto: in fondo è una truffatrice perché sfrutta una videocamera ad altissima velocità che in pochi millisecondi vede la scelta dell’uomo e permette al processore di puntare a colpo sicuro. Qui sopra un video che ne dimostra l’efficacia.
 
Carta-forbice-sasso è uno dei giochi più semplici e conosciuti al mondo perché non serve altro che una mano per poterla metterla in pratica. Come funziona? Si può scegliere se optare per un sasso (mano chiusa a pugno), per la forbice (solo indice e medio distesi) oppure per la carta (mano completamente aperta). Ogni scelta può vincere, perdere o pareggiare a seconda delle combinazioni. Ad esempio se si sceglie sasso, si vince contro le forbici – che vengono distrutte chiudendosi sulla pietra – si pareggia col sasso e si perde con la carta perché teoricamente la carta lo avvolgerebbe. Sì, è un po’ forzato ma è così e si sa. Allo stesso modo la forbice vince con la carta perché la taglia.
 
Una modalità di gioco così semplice che spesso viene utilizzato per conte oppure per sorteggi al volo tra più di due persone. Ci sono piccoli trucchi per vincere? In realtà no, perché l’unico modo è quello offerto dalla speciale mano robotica, che trassa in modo clamoroso, ma allo stesso così tecnologicamente avanzato che è impossibile percepirlo. Sfruttando la videocamera ad altissima velocità può vedere cosa la mano umana ha scelto e rispondere in un lasso di tempo così veloce che sembra proprio che le due mani agiscano allo stesso istante. Basta dare un’occhiata al video realizzato dall’Ishikawa Oku Laboratory per percepirlo subito.
 
E così Janken si muove in millisecondi per ottenere una percentuale di vincita del 100%, è impossibile vincere contro di lei e anche pareggiare perché avrà sempre pronta la scelta vincente. E’ solo l’ultimo esempio di quanto si stia migliorando il settore delle protesi robotiche, vi abbiamo già mostrato esempi straordinari di mani metalliche che possono afferrare e manipolare oggetti con la giusta forza e precisione. Anche Robonaut, il robot astronauta ormai giunto alla seconda versione, è dotato di mani intelligenti che ha usato per stringere quella dei colleghi umani al momento del “risveglio”.

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