Sono
100 milioni i
profili violati da quello che si può definire un attacco dimostrativo su
Facebook: proprio così, un quinto degli iscritti al più popoloso
social network ha visto prelevare in modo non poi così difficoltoso informazioni e dettagli, riuniti in una
maxi-cartella.
Questo perché molto spesso – per non dire quasi sempre – gli
utenti utilizzano il servizio con troppa leggerezza senza sfruttare le impostazioni
privacy ora disponibili. C’è anche da dire che la nuova regolamentazione del silenzio-assenso sulla libera diffusione trae molti in inganno.
Facebook è infatti passata dal scegli-cosa-far-sapere-di-te al scegli-cosa-non-vuoi-far-sapere-di-te: in tal modo di default è tutto leggibile dagli altri e, soprattutto, dai motori di ricerca con conseguente posizionamento e maggiori guadagni.
Ron Bowies non è certo un
hacker ma un consulente di sicurezza, con il suo scprit ha dimostrato come recuperare una quantità spropositata di
informazioni Questa cartella – che contiene meramente il nome degli utenti e altre info basilari in quanto
pubbliche – è stata caricata su siti come
The Pirate Bay e da lì scaricata più volte. Mi raccomando fate sempre molta attenzione a cosa condividete, c’è un menu apposito per scegliere cosa condividere.