Eccolo là che ritorna:
Rupert Murdoch attacca frontalmente solo i grandi giganti del web, non si accontenta di calpestare piccole realtà o blog anonimi. Dopo aver combattutto e ottenuto da
Google di modificare la modalità di fruizione delle notizie su
Google News, ora arremba su
Skype.
Il più grande servizio di
VoIP, una community superiore a quella di
Facebook da oltre mezzo miliardo di iscritti non ha commesso nessun sacrilegio di copyright nè ha sottratto lettori alla
News Corportation. Nossignori, la colpa è quella di chiamarsi appunto SKYpe, “
La parola Sky è di mia proprietà“, ha tuonato l’australiano.
Il caso vuole (sì, come no) che l’annuncio arrivi dopo l’annuncio di
Skype di sbarcare in borsa a New York tra i titoli del Nasdaq; il discorso è molto delicato e potrebbe creare precedenti ancora più clamorosi e importanti rispetto a quelli causati dall’attacco a Google News
Infatti Murdoch rivendica la paternità intellettuale – della sua
BSkyB – della parola Sky, che compone di fatto Skype e non dovrebbe né potrebbe esser utilizzata da parti terze. In realtà è dal 2006 che Murdoch contrasta Skype sul nome, tuttavia Svizzera, Turchia e Brasile
hanno dato ragione al gigante del VoIP. Si attende la decisione dell’Unione Europea.