I ricercatori che stanno studiando l’Artico hanno rivelato una pratica molto curiosa, a corollario dei loro esperimenti: trivellano i ghiacci estraendo carote di campioni raccolti a grandi profondità, una sorta di “flashback” intatto di un passato remoto.
Una volta analizzati i campioni di ghiaccio, lo sciolgono e… se lo bevono! Un drink ogni volta unico visto che l’acqua ottenuta è rimasta sostanzialmente intaccata dal momento in cui è stata intrappolata. Uno degli ultimi assaggi ha riguardato liquido di 100.000 anni fa!
Edible Geography ha raccontato la storia con un’interessante intervista al Dr. Paul Mayewski dell’University of Maine, che raccoglie carote dall’Antartide all’Himalaya. Spesso accade che i campioni presentino una composizione altamente inquinata dell’atmosfera così com’era al momento della formazione del ghiaccio
“Abbiamo bevuto acqu da una zona di test nucleari, aveva ancora una piccola quantità di radioattività – racconta Mayewski – ma non era più pericoloso di uscire all’aria aperta sotto il Sole“. E il gusto? “Ogni campione regala una sensazione di purezza mai percepita prima“.
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