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Cern Ginevra: l’anti-idrogeno in gabbia!

Al CERN di Ginevra sono volati tappi di spumante: per la prima volta è stata formata dell’antimateria (anti-idrogeno, per la precisione), che poi non si è immediatamente annichilita entrando in contatto e in collisione con il suo controaltare ossia la materia. La modesta quantità di atomi di anti-idrogeno è stata intrappolata. Non di certo per ore se non giorni come nei romanzi e nei film di fantascienza: stiamo parlando di 172 millisecondi che sono un’eternità in confronto ai pochi millisecondi degli esperimenti precedenti. Con tutti i dati e le informazioni registrate, si potrà studiare il fenomeno in modo più ampio e profondo.

L’antimateria è diventata protagonista di romanzi e film come ad esempio Angeli e Demoni – giusto per fare un esempio – ma al Cern di Ginevra (guarda la costruzione dell’LHC) non sono ancora giunti a quel grado evolutivo: dopo la creazione dei primi atomi di antimateria nel 2002, sono stati necessari 8 anni per intrappolarla più a lungo per studiarla meglio.

Durante l’ultimo esperimento record al CERN, 38 atomi di anti-idrogeno hanno vissuto per un sesto di secondo, intrappolati. Come? Sfruttando il debole momento magnetico abbassando la temperatura a 0,5K, rallentando gli antiprotoni di un fattore cento miliardi rispetto all’energia iniziale.

Come raccontato da Nature dal team di scienziati dietro l’esperimento ALPHA (Antihydrogen Laser PHysics Apparatus). “Presto potremo effettuare diversi esperimenti sulle proprietà dell’anti-idrogeno – ha spiegato Joel Fajans dell’equipe – ora sono rozzi, ma presto saranno più raffinati“.

In questo momento ci si concentra sullo studio della simmetria CPT (carica-parità-tempo) che esprime l’ipotesi che le interazioni fisiche appaiano in egual modo invertendo sia la carica di tutte le particelle, sia le loro coordinate spaziali, ma anche la direzione del flusso del tempo. Se qualche aspetto non corrispondesse alle previsioni allora il modello standard potrebbe cadere.
Diego Barbera

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