Facebook ha ufficialmente brevettato la parola “tag” presso le autorità competenti americane. Tag significa letteralmente etichetta e va a indicare quella capacità di applicare sulle foto (e su altri elementi) appunto una sorta di collegamento a un utente che viene rappresentato, di cui si parla oppure semplicemente riguardante l’elemento stesso. Anche la parola “taggare” è ormai entrata nel lessico comune andando a indicare la funzione che ricopre, deriva dal verbo inglese to tag.
Mark Zuckerberg ha così registrato il marchio tag assumendone i diritti di proprietà intellettuale. Il numero uno del social network da 600 milioni di abitanti ha ottenuto l’approvazione dall’ufficio US Patent and Trademark Office (USTO).
Perché mai Zuckerberg avrebbe dovuto registrare il marchio tag? Non si tratta di una questione di principio o di rivalsa – come invece accaduto con la “minaccia” di Murdoch con “Sky” – quanto, come sempre accade per FB, per ragioni commerciali.
Zuckerberg sta infatti immaginando di poter realizzare un sistema di pubblicità attraverso la notifica di tagging, garantendo la privacy con la possibilità di rimanere anonimi e dunque irraggiungibili. In settimana, il fondatore di Facebook ha ottenuto la vittoria semi-definitiva nei confronti dei gemelli Winklevoss.
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