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BTjunkie si autosospende, terrorizzato dal caso Megaupload

Dietro la decisione della chiusura di BTjunkie c’è terrore puro e possiamo intendere questa parola – terrore – sia nella sua definizione di paura incontrollabile sia come riferimento al Regime del Terrore. Nel primo caso la spiegazione è presto fatta: dopo la chiusura di Megaupload e Megavideo e la condanna al fondatore DotCom, lo staff dietro al motore di ricerca più popolare del momento in merito al BitTorrent ha deciso volontariamente di auto-sospendersi. Ma è una sorta di riproposizione del Regime del Terrore con le teste che saltano ghigliottinate dall’azione delle autorità o più semplicemente – come in questo e tanti altri casi – dall’autosospensione preventiva.

E’ particolare osservare come questi grandi portali, prima alfieri del diritto alla diffusione di contenuti protetti dal copyright ora si autosospendono con una prudenza e una paura che non ci si sarebbe aspettati, prima dell’affaire Megaupload/Megavideo. Al contrario molti si aspettavano più battaglia, anche un po’ di sana incoscienza contro il potere. E invece le stelle di questo firmamento si stanno spegnendo a una a una, volontariamente.
 

Btjunkie era stato eletto solo lo scorso mese come motore di ricerca BitTorrent più usato, proprio per questo e in odore di sentenza e di indagine, si è autosospeso. Ma forse nemmeno così sarà sufficiente e le autorità si recheranno di persona dagli individui fisici dietro questo portale nato del 2005 e già non raggiungibile in Italia. Si abbandona la nave ormai in secca, ma la marina è già vicina alle scialuppe dei pirati in fuga.
 
Con un messaggio sulla homepage, si può leggere che più che un’autosospensione si tratta di una definitiva chiusura “La fine del percorso“, si ricorda di aver combattuto per anni in favore del vostro diritto di comunicare, che è stata l’avventura di una vita e che si augura ogni bene. Un addio non così “pirata” visto che con quel “vostro” si fa chiaro riferimento al fatto di essere “un tramite”, un contenitore che non dev’essere giudicato per il contenuto.
 
Come al contrario invece, probabilmente, sarà: le temibili associazioni MPAA e RIAA lo hanno infatti da tempo indicato tra le prime posizioni dei siti che facilitano la pirateria. Ne sentiremo ancora parlare, nel frattempo i ben più combattivi e coraggiosi tipi di Pirate Bay puntano al 3D per lanciare la provocazione: presto stamperete le vostre scarpe da ginnastica.

Diego Barbera

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