Anonymous dichiara guerra al Governo Siriano sui siti ufficiali del regime. Gli hacktivisti hanno infatti “maledetto” il presidente Bashar al-Assad colpevole del black-out sulla rete e del blocco delle comunicazioni: una di quelle azioni che manda letteralmente in bestia Anonymous e che scatena inevitabili attacchi informatici. D’altra parte gli 84 indirizzi IP della Siria sono stati resi irraggiungibili rimuovendo di fatto il paese dal web (dati Renesys): “Essenzialmente hanno tolto la spina dalla corrente del web – spiegano gli Anonymous – come scoperto in Egitto dove Mubarak si era comportato nello stesso modo, non è un danno che può essere riparato facilmente. È una mossa disperata di un regime morente“. Da qui l’azione che cerca di isolare a sua volta tutto ciò che è legato a al-Assad, che segue la battaglia virtuale contro Israele per proteggere la Palestina.
Ma Anonymous erano stati protagonisti di un altro attacco informatico contro un governo, lo scorso aprile. Si era attaccato il network di siti ufficiali della Formula 1, che sono rimasti oscurati per qualche ora a causa di un’intrusione del gruppo di pirati informatici. Il motivo di questa protesta online? E’ ancora una volta il tanto discusso GP di Formula 1 in Bahrain, che l’anno scorso non si era corso per sensibilizzare l’attenzione mondiale sui crimini compiuti dal Governo nella soppressione della rivolta popolare, mentre quest’anno è ritornato a essere in programma nonostante la situazione non si sia stabilizzata. Vittime i siti ufficiali F1 come www.f1.com e F1-racers.net, che sono rimasti oscurati per qualche ora prima di essere riportati alla normalità. Per quale motivo si è oscurato uno spazio, anzi due, così importanti e istituzionali? Ancora una volta gli Anonymous hanno preso di petto una questione prettamente “politica” che nulla c’entra contro major o etichette cinematografiche e musicali.




