Hugo Chavez è morto: il Venezuela perde il discusso, amato/odiato leader che si è arreso a 58 anni a un tumore all’inguine. Chavez si era espresso in modo negativo nei confronti della tecnologia e di Internet salvo poi cambiare repentinamente idea. Alla distanza di pochi mesi è passato a considerare ad esempio Twitter come un elemeno demoniaco a uno strumento di comunicazione alle masse straordinario. E così ha fatto largo uso del social network da 140 caratteri. In più tutti ricordiamo il beffardo cellulare El Vergatario (nome che indica il membro maschile): “Vergatario sarà il cellulare più venduto al mondo, non soltanto in Venezuela: chi non lo avrà non sarà nessuno”, aveva affermato. Era un cellulare economico (circa 5 euro il prezzo), costruito da ZTE e finanziato dal governo.
Hugo Chavez era inoltre anche un grande fruitore di Twitter. L’ultimo messaggio è datato 18 febbraio e affermava: “Ancora aggrappato a Cristo e confidando nei miei medici e infermieri. Alla vittoria, sempre!! Vivremo e vinceremo!!!”. L’amore con il social network – per uno che già faceva larghissimo uso degli antesignani dei SN, come la radio, con programmi fiume – aveva fatto sì che invitasse anche gli amici Fidel Castro e Evo Morales, rispettivamente leader storico (ora “in pensione”) di Cuba e presidente della Bolivia invitandoli ufficialmente a iscriversi a Twitter. Il profilo di Hugo Chavez è @chavezcandanga, (in mezzo a decine di imitatori) in cui dava libero sfogo alla logorrea, soprattutto prima della malattia.
“Evo sei su Twitter? Invitiamolo su Twitter” aveva affermato Hugo che poi citava anche il vecchio Fidel, per “l’antagonismo all’impero USA“. Curioso il cambio totale di posizione di Chavez che solo qualche mese prima sosteneva che Twitter fosse il male assoluto, poi forse davanti a 100mila followers in soli due giorni (ora ne ha circa 4 milioni) si è ricreduto. Rapporto complesso quello di Chavez con la tecnologia: la demonizza, però la seduce e viene lui stesso sedotto come dimostrato dal lancio del cellulare accessibile a tutti. Ed è questa la sua eredità “tecnologica”.
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