Google Shopping Express sarebbe la nuova soluzione che il colosso di Mountain View starebbe preparando per andare a contrastare Amazon, il portale numero uno dell’e-commerce. In realtà sfrutterebbe la base del già esistente Shopping – che si occupa di paragonare prezzi, non con qualche critica (vedi sotto) – portandola a un livello successivo ossia permettendo di acquistare prodotti garantendo la consegna il giorno stesso dell’ordine. Solo che invece che spendere i 69 euro annui richiesti negli USA da Amazon, si accontenterebbe di 10 dollari. Si appoggerà alle offerte dei grandi rivenditori online come Target, Walmart, Walgreens e Safeway così in un sol colpo non avrà magazzino e sfrutterà la potenza commerciale di questi grandi nomi, già ben piazzati in modo capillare sul territorio. Il pagamento avverrà tramite Google Wallet ossia il portafoglio elettronico.
Intanto solamente lo scorso dicembre
Microsoft si era esposta contro
Google lanciando l’accusa:
Google Shopping (negli USA) non è un servizio che assiste adeguatamente l’utente per l’acquisto di beni online. Perché? Perché le
inserzioni a pagamento – insomma quelle per cui le aziende investono per mettere in primo piano i propri prodotti – inficiano il confronto tra vari rivenditori sul Web e dunque favoriscono le società paganti nascondendo le vere offerte vantaggiose. Per questo, Redmond ha allestito un
portale chiamato Scroogled che in buona sostanza afferma: è meglio
Bing, perché offre ciò che l’utente chiede, senza filtri e senza “inganni”. Già perché Scroogled si può tradurre come “
non lasciatevi fregare da Google“.
La battaglia tra
Google e Microsoft sul fronte
e-commerce continua dopo le querelle sulla penalizzazione scorretta da parte di Mountain View
nei confronti di Ciao! di Redmond (che era stata retrocessa nei risultati). Questa volta lo scontro è tutto americano perché
vede in campo Google Shopping e
Bing ossia il servizio di comparazione di prezzi contro il
motore di ricerca. Microsoft lancia l’accusa con il sito informativo “Scroogled” che avverte gli utenti sulla possibilità di trovare non i risultati più convenienti quanto quelli messi in risalto grazie a inserzioni non meglio segnalate e dunque non distinguibili da quelle “pulite” e
free. Insomma: più si paga e più il link sale nel ranking dei risultati a tutto danno di chi cerca effettivamente il
miglior prezzo e la miglior offerta. Manca la pertinenza e la rilevanza.
Microsoft esortava dunque a provare Bing che potrebbe rivelarsi una scelta corretta nel caso in cui si volesse ancora appoggiarsi a algoritmi e a
ranking affidabili. Come faceva prima Google Shopping – e come fa ancora in paesi come in Italia – inoltre la promessa è che Bing non cambierà mai. Questa campagna di “
pubblicità negativa” e piuttosto forte è il primo vero attacco così duro e diretto a Google da parte di un altro gigante del settore. Ma d’altra parte Microsoft non ha timore e non ha niente da perdere: potrebbe essere lo strumento giusto per far risalire le quotazioni di Bing (per altro già ben utilizzato negli USA) toccando un tema sensibile come quello del
risparmio. Di contro, molti utenti non amano questi “bisticci” tra i colossi. E ora Google prepara il passo successivo con
Shopping Express per mettere qualche bastone tra le ruote di
Amazon.