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Categories: InternetSocial Media

#CoglioneNo per i diritti di creativi e freelance online [VIDEO]

Ha fatto rapidamente il giro del web la campagna #CoglioneNo promossa a tutela di creativi, freelance del web e in generale dei cosiddetti wwworkers ossia di tutte quelle persone che lavorano in rete, ma che spesso e volentieri non sono adeguatamente (se non affatto proprio) pagate. La provocazione è intelligente, acuta e diretta: cosa capiterebbe se si rispondesse a un qualsiasi lavoratore (come un idraulico ad esempio) che invece che pagarlo con soldi gli si regalasse visibilità sui social network, citazioni, tag e insomma si ricompensasse con strumenti per aumentare l’autorevolezza dato che “non c’è budget”? Ovviamente sembra una situazione e una soluzione improponibile. Per tutti? No, perché per i creativi è una cantilena sentita troppo spesso.

Pur essendo parte integrante della vita lavorativa e non da almeno un decennio il web è ancora considerato più una terra di svago più che un ambiente “serio”. Di conseguenza, molte persone che ci lavorano e che portano la pagnotta a casa non vengono adeguatamente riconosciute per la propria professionalità. Quasi che a realizzare un progetto creativo sul web sia un passatempo, qualcosa di più divertente che utile e che dunque non meriti un pagamento tradizionale come un qualsiasi altro lavoro. Ingenuità-ignorante oppure subdola e cattiva strategia pensata a priori?

Un po’ una e un po’ l’altra, ma più la seconda che la prima dato che un “fornitore di lavoro online” conosce benissimo le tempistiche e sa perfettamente quanto costi un progetto anche se “intangibile” e visualizzabile solo attraverso lo schermo di un computer. Ma al tempo stesso è ben consapevole dei guadagni che regala, in termini di “dindi”. Tuttavia spesso si sfrutta la poca esperienza dei creativi e anche il momento di crisi per mettere su un’insopportabile impalcatura di scuse per non sganciare l’adeguato compenso.

E così lo studio Zero di Stefano De Marco, Niccolò Falsetti e Alessandro Grespan (che sta per presentare anche il documentario Erasmus 24_7) ha voluto avvicinare più persone possibili a questo problema che forse risulta sottovalutato alla massa. Con uno stile accattivante, divertente e veloce e un messaggio chiaro e perfettamente comprensibile, la campagna sta spopolando online, vogliamo anche noi contribuire alla viralizzazione. D’altra parte coglioneNo, creativo sì.

Diego Barbera

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