Rainbow Six: Patriots fu annunciato nel 2011 e avrebbe segnato il ritorno della serie dopo la pausa presasi con la commercializzazione di Rainbow Six: Vegas 2. Dopo un primo trailer, però, del gioco non si seppe più nulla, seppur la posizione di Ubisoft, proprietaria del marchio commerciale, fosse positiva: “Il progetto è ancora in sviluppo”. Fino all’E3 2014, quando al termine della conferenza, Yves Guillemot, presidente e CEO dell’azienda francese, ha mostrato il primo video ufficiale di Rainbow Six: Siege, un nuovo capitolo che, di fatto, va a sostituire Patriots, il cui concept è stato cancellato. Non sono state date motivazioni ufficiali riguardo la decisione presa: probabilmente quanto fatto sino a quel momento non aveva convinto i vertici del team di sviluppo oppure il prodotto non è stato considerato abbastanza pulito o interessante da poter essere venduto in massa. Escludendo le indiscrezioni, Siege è il prossimo capitolo della serie ispirata dai romanzi di Tom Clancy per PC, PlayStation 4 e Xbox One. L’uscita è genericamente fissata per il prossimo anno.
Rainbow Six: Siege, dopo diversi anni dall’uscita di Vegas 2 (2008), rappresenta un nuovo inizio per la serie. A dirla tutta, questa sorta di reboot può anche essere visto come un ritorno alle origini quando, ben più che negli episodi recenti, il gioco di squadra e la strategia erano fondamentale per la buona riuscita del piano programma e della missioni. Quanto visto allE3 suggerisce l’idea che il focus, e forse l’intera esperienza di gioco, sia la componente multigiocatore, nel caso specifico nel salvataggio di ostaggi. In una sorta di versione modificata di “Cattura la bandiera”, una squadra di 5 terroristi deve difendere l’ostaggio mentre 5 agenti dovranno, al contrario, cercare di fermare i criminali e recuperare senza ferite l’ostaggio sfruttando qualsiasi mezzo.
Come è apparso evidente anche dal video di presentazione mostrato nel corso della conferenza Ubisoft all’E3 2014, il nuovo Rainbow Six: Siege sfrutta un avanzato sistema di interazione con gli scenari. Questo consente di colpire i vari elementi dell’ambientazione e vedere reazioni diverse, a seconda del tipo di colpo ricevuto e del materiale di cui è composto l’elemento in questione. Il game designer Andrew Witts ha spiegato a Polygon che questo non ha solo il fine di aumentare il realismo e l’impatto della grafica, ma anche di aprire nuove prospettive in termini di gameplay. Un’interazione del genere, infatti, consente infatti di aprire nuovi varchi, sfruttare la reazione degli scenari all’azione di gioco in varie maniere, in generale può spingere ad un approccio creativo al campo di battaglia. Ad esempio, piazzando un esplosivo al plastico sulla superficie del pavimento si può creare un varco verso il piano inferiore e attaccare i nemici da più lati oppure sorprenderli dalla parte opposta delle loro difese.
In un’intervista pubblicata da Official Xbox Magazine, il producer di Rainbow Six: Siege si è lasciato sfuggire qualche parola che sembra indicare la programmazione di una beta per il gioco nel periodo precedente al lancio. “Forse qualche PR mi ucciderà per averlo detto, ma quello che posso riferire con sicurezza e che puntiamo ad una procedura simile a quella utilizzata da altri sparatutto online”, ha spiegato Sebastien Labbe di Ubisoft, “vogliamo andare online, fornire una valida esperienza PvP e dobbiamo dunque costruire una community. Dunque se aspettiamo fino al lancio, potrebbe essere troppo tardi”. Non viene specificamente citata, ma la beta multigiocatore sembra la soluzione più scontata, sopratutto se si considera il paragone con altri esponenti del genere.
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