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Google reinventa i spesso illeggibili CAPTCHA

Google ripensa i reCAPTCHA. Grazie a un “avanzato motore di analisi del rischio”, l’azienda di Mountain View ha presentato un nuovo sistema per proteggere i siti web dall’invasione degli spammer: i no CAPTCHA reCAPTCHA. Si tratta di un metodo che vuole rendere più semplice all’utente il passaggio senza, però, dover proteggere meno il servizio web. Tra i metodi utilizzati l’analisti dell’indirizzo IP o i movimenti del puntatore del mouse.

I CAPTCHA sono parole chiave che alcuni siti web chiedono all’utente di scrivere affinché il servizio possa essere protetto da eventuali spam e robot. Usando alogoritmi neanche troppo complessi, gli spammer possono infatti invadere le sezioni di commenti dei siti riempendo il sito web di annunci pubblicitari. I CAPTCHA possono, però, essere fastidiosi. Vengono presentati come parole distorte: sono più difficili da capire per un algoritmo e sono la prova che ci sta usando il sito è effettivamente un essere umano. Purtroppo, però, le parole sono spesso così distorte che persino l’utente stesso non capisce cosa deve scrivere. Google sta cercando di reinventare questi codici con i no CAPTCHA reCAPTCHA.

I no CAPTCHA reCAPTCHA nascono innanzitutto dalla necessità di trovare nuovi metodi di protezione perché gli algoritmi riescono a oltrepassare nel 60 o 70% delle volte i tradizionali reCAPTCHA verbali. Fastidiosi per l’utente e fallimentari nel loro compito. “Gli spammer sono diventati sempre più sofisticati quindi i CAPTCHA sono diventati sempre più difficili da risolvere. Quindi il team di reCAPTCHA è tornato in laboratorio per realizzare qualcosa un’esperienza reCAPTCHA nuova, più sicura eppure enormemente più semplice. […] Per la prima volta, questa rivoluzionaria nuova API permetterà alle persone reali di passare senza mai vedere un CAPTCHA. Usando un avanzato motore di analisi del rischio, il nuovo reCAPTCHA separa gli umani dai robot ed è anche più sicuro”.

Ad esempio, il motore analizza i movimenti del puntatore del mouse oppure l’indirizzo IP del computer utilizzato per capire se chi sta usando il sito è un essere umano oppure un robot. Nel caso in cui le nuove modalità di riconoscimento non dovessero funzionare, come ultima risorsa si tornerà al tradizionale metodo di input del codice, sia esso sotto forma di parole o di numeri. Il nuovo sistema di no CAPTCHA reCAPTCHA è già in uso da WordPress e Snapchat.

Massimiliano Di Marco

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