L’iniziativa dell’Associated Press (AP) aveva fatto parlare di lei all’inizio dell’estate scorsa durante la pubblicazione dei primi articoli di questo tipo. Oggi, l’agenzia di stampa mondiale e generalista – la cui sede è basata negli Stati Uniti – annuncia che i suoi robot giornalisti hanno scritto oltre 3.000 articoli a trimestre. Questa automazione ha permesso all’AP di moltiplicare per dieci la sua produzione abituale in un campo ben preciso come ad esempio i risultati finanziari delle imprese americane. Nel corso di questo primo trimestre, i robots giornalisti si occuperanno di risultati finanziari delle imprese canadesi ed europee. Ma già si pensa ad un’estensione al mondo dello sport e in particolare per gli sport di nicchia.
L’AP garantisce che gli errori sono ormai rari negli articoli automatizzati e meno frequenti rispetto ad una redazione manuale. Una prova recente è un articolo scritto sui risultati finanziari di Apple. Possiamo vedere che in basso dell’articolo viene indicato che l’articolo è stato generato da Automated Insights utilizzando i dati di Zacks Investment Research. Per fortuna, sono stati realizzati in seguito degli articoli dell’Associated Press più dettagliati sullo stesso argomento e con un piccolo inserimento di prospettiva, ma firmati – questa volta – da giornalisti appartenenti al genere umano, per davvero.
I robots giornalisti sono praticamente fatti di intelligenza artificiale con degli algoritmi di Automated Insights e della piattaforma Wordsmith che descrive i dati generali in linguaggio naturale. Le informazioni per l’Associated Press sono immagazzinati nella banca dati di Zacks Investment Research. Automated Insights dispone tra i suoi clienti di grandi nomi come ad esempio Samsung, Yahoo! e anche Comcast.
Secondo una ricerca condotta da Oxford, il 47% degli impieghi esercitati negli Stati Uniti e occupati da esseri umani è minacciato nei prossimi due decenni per via della tecnologia digitale a grande scala e dell’automatismo. I robots giornalisti dell’Associated Press non sono stati – al momento – alla base di nessuna soppressione di posto di lavoro. Questi consentirebbero ai reporters di focalizzarsi principalmente sugli argomenti più ostici da trattare o che richiedano una ricerca più approfondita. Che questa la fine del giornalismo tradizionale? E’ sicuramente troppo presto per giungere a tale conclusione, considerando che il progetto coinvolge pochi campi dei media e che al momento sia ad una fase primitiva. Ma a quanto pare l’intelligenza artificiale non ha detto la sua ultima parola.
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