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Google e lo smartband anti-cancro

Google avrebbe intenzione di uccidere la morte o, per lo meno, di scovare e guarire malattie come il cancro. Il gigante del Web, che ha creato la startup di biotecnologie Calico nel 2013, con il suo scopo di lottare contro l’invecchiamento e i suoi mali relativi, mira tra l’altro sulla potenza dei suoi algoritmi che farebbero avanzare il genoma umano. L’azienda californiana, che ha mobilizzato enormi mezzi per portare a buon porto i suoi progetti umanistici, sembra compiere grandi progressi. L’ultimo aggiornamento in data, la pubblicazione di una richiesta di brevetto presso la World Intellectual Property Organization (WIPO), Dove scopriamo un braccialetto che sarebbe in grado di distruggere le cellule cancerogene nel sangue.

Battezzato Nanoparticle Phoresis, il dispositivo ha come scopo quello di “modificare o distruggere automaticamente una o più cellule nel sangue che hanno un effetto negativo sulla salute”, il tutto attraverso la trasmissione di energia grazie all’emissione di radiofrequenze, di campi magnetici, di pulsazioni acustiche, di infrarossi o anche di segnali luminosi visibili.

Citando l’esempio del morbo di Parkinson, Google sostiene che il suo braccialetto potrebbe essere utilizzato per andare a colpire le proteine che ne sono la causa e distruggerle, rallentando quindi lo sviluppo della malattia. “Altro esempio, andando a colpire nello specifico le cellule cancerogene, per poi modificarle o distruggerle, la propagazione del cancro potrebbe essere diminuita”, si può leggere nella richiesta di brevetto.

Il gigante di Mountain View non è novello in questo tentativo di lotta contro il cancro. Nel 2014, Google aveva già presentato una pillola riempita di nanoparticelle di ossido di ferro che, una volta iniettata nel sistema sanguigno, si fissano sulle cellule cancerogene al fine di evidenziarle. Associando queste pillole al suo braccialetto connesso killer di cellule maligne, il colosso americano spera di giocare un ruolo più importante nella prevenzione dei cancri. Le nano particelle sono elettromagnetiche, di conseguenza questo dispositivo “cerca e distruggi” dovrebbe essere in grado di attirare le cellule cancerogene messa in evidenza al fino di contarle… prima di passare alla fase di eliminazione. Un progetto molto ambizioso ancora una volta uscito dal Google X. Non c’è dubbio Google a disposizione i mezzi a sufficienza per portare a termine il suo progetto, come dimostrato negli ultimi anni. Questo vuol dire che una tecnologia del genere non dovrebbe essere un’utopia in futuro.

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Umberto Sanna

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