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Che cos’è il Blue whale, il gioco della morte

In questo articolo cercheremo di capire cos’è il Blue whale, conosciuto come il gioco della morte, e perché da qualche tempo incute così tanto timore. Pare che il fenomeno fosse già noto altrove ma che in Italia ci si sia iniziati a chiedere cosa fosse il Blue Whale soltanto dopo un servizio giornalistico mandato in onda dal programma tv Le Iene. E dopo che la notizia ha iniziato a diffondersi c’è stato anche il tempo di chiedere se il Blue whale fosse oppure no una bufala. Insomma, quanto c’è di vero e quanto di inventato in questo fenomeno che sarebbe nato e si sarebbe sviluppato grazie al web?

Chi ha creato Blue whale e da dove è partito

Stando a quanto avrebbe riportato il periodico russo Novaya Gazeta in un articolo pubblicato nel maggio 2016, il fenomeno del Blue whale sarebbe nato su alcuni gruppi di giovani ragazzi creati sul social network russo VKontakte (VK), assai simile a Facebook. La creazione di questo fenomeno avrebbe provocato, tra il novembre 2015 e l’aprile 2016, almeno centotrenta suicidi tra giovani e giovanissimi. Un numero troppo alto per non destare sospetti. E infatti nel novembre 2016 le autorità russe hanno arrestato Philip Budeikin, ritenuto uno degli organizzatori ed esecutori del Blue whale, che avrebbe fatto queste dichiarazioni: “Ci sono le persone e gli scarti biologici. Io selezionavo gli scarti biologici, quelli più facilmente manipolabili, che avrebbero fatto solo danni a loro stessi e alla società. Li ho spinti al suicidio per purificare la nostra società“. La filosofia del Blue whale, per uno dei suoi creatori, era questa insomma.

Le regole del Blue whale

Ma quali sono le regole del Blue whale? Trattandosi di un gioco, seppur di un gioco mortale, il Blue whale si basa su alcune regole che i partecipanti devono scrupolosamente seguire (e che noi citiamo solo a puro scopo informativo, non invitando in alcun modo a provarlo, e anzi, condannadolo). Chi decide di seguire il fenomeno Blue whale si iscrive in uno dei gruppi o dei forum che daranno poi il via al gioco. Sembra che basti scrivere un messaggio che contenga al suo interno l’hashtag #f57. In seguito al messaggio, l’utente verrebbe contattato da quello che viene chiamato Master e obbligato a sottoporsi a cinquanta prove per cinquanta giorni consecutivi. Chi non lo fa verrebbe minacciato pesantemente.

In cosa consisterebbero le cinquanta prove? Provocarsi ferite sulla pelle per creare disegni a forma di balena (da qui deriverebbe il nome Blue whale, ossia balena blu) ma anche vedere film horror, fino alla prova finale, ossia gettarsi dall’ultimo piano di un edificio altissimo, suicidandosi. Che sia tutto vero è difficile ancora da constatare, anche perché attualmente sembra che nessuna indagine abbia mai ottenuto prove concrete sul Blue whale.

Blue whale in Italia

Come dicevamo, il fenomeno Blue whale in Italia è stato portato alla luce soprattutto da un recente reportage mandato in onda dal programma tv Le Iene. Nello specifico, Matteo Viviani avrebbe raccontato di come il suicidio di un quindicenne di Livorno potrebbe essere legato a tale terribile pratica e come anche altri ragazzini sarebbero stati manipolati per entrare in questo sadico gioco al massacro. E i casi di segnalazioni continuano a moltiplicarsi. Non si sa, a questo punto, se l’aver diffuso la notizia abbia portato ad atti di emulazione oppure se si tratti del Blue whale originario. Sta di fatto che, bufala o meno, sul fenomeno c’è molta attenzione e preoccupazione.

Blue whale: come sta intervenendo la polizia postale

La polizia postale, sempre molto attenta a ciò che succede sul web, ha diffuso una serie di regole che potrebbero aiutare a prevenire e a combattere il Blue whale. Ecco cosa fare e a cosa prestare attenzione: 1) parlare con i propri figli del fenomeno Blue whale, per capire cosa ne sanno e cosa ne pensano; 2) porre attenzione a repentini cambi di comportamento, rendimento scolastico, sonno o veglia; 3) segnalare alle forze dell’ordine chi istiga a farsi male; 4) chiedere aiuto se si viene minacciati; 5) avvertire un adulto se si pensa che un amico sia coinvolto nel Blue whale; 6) segnalare qualsiasi cosa che possa far sospettare che qualcuno è in questa pratica o vorrebbe coinvolgere altri.

Barbara Vellucci

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