Google Plus chiude in anticipo: invece che all’originale data di agosto 2019 sarà infatti spostata ad aprile. La motivazione è presto detta: il social network che non è mai decollato e che, al contrario, è stato a lungo una sorta di zavorra ha infatti rivelato un’importante falla di sicurezza che avrebbe colpito qualcosa come 52,5 milioni di iscritti. Sono trapelate le informazioni sensibili come nome, indirizzo email e professioni accessibili a sviluppatori di terze parti. Tutto questo seppur si fosse impostato il livello di privacy su non pubblica. Al contempo, la possibilità di accedere alle funzionalità API sarà chiusa in circa tre mesi.
Dopo che i dati di traffico a proposito di Google+ (Google Plus) continuavano a crollare mese dopo mese e dopo l’ennesima vulnerabilità scoperta a livello tecnico era più che preventivabile questa decisione. Terminato l’effetto sorpresa e novità in pochi mesi, il social network di Mountain View non ha mai davvero ingranato e già nella sua giovane vita aveva visto perdere ben il 60 per cento di movimento di visitatori sulle proprie pagine. Sintomo che sin dall’inizio le cose non giravano per il meglio e ora si accelerano anche i tempi per una chiusura anticipata.
Già dai primi tempi la situazione non era buona con nel 2011 un calo consistente che si poteva da subito definire “fallimento”. Dopo aver accelerato fino a 1200% in un primo momento, il dato sul traffico tornava a galleggiare sugli stessi livelli di quando il social network era a livello embrionale, alla beta pubblica.
Google+ ha sentito sin da subito sul collo il fiato dei vari altri esperimenti sociali fallimentari di Google come Orkut (Brasile escluso), Buzz di Gmail e anche in un certo senso di Wave.
In realtà le innovazioni non sono mancate e l’interfaccia e più in generale il servizio offrivano un’altissima qualità, ma più ancora del giudizio degli appassionati e degli utenti più assidui sui social network, conta l’opinione della massa: in questo senso l’ago della bilancia non si è mosso. Una volta esaurito l’entusiasmo da “novità”, per la moltitudine Google+ è finito nel dimenticatoio.
E ora la chiusura anticipata.
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