Saper riconoscere una email sospetta significa proteggersi da numerosi tipi di attacchi, tra cui il più comune tentativo di phishing.
I truffatori sono sempre più bravi a replicare loghi, pagine web di siti accreditati e a ingannare gli utenti per ottenere sostanzialmente due cose: dati e denaro. Le perdite possono essere davvero ingenti e non dobbiamo dimenticare che le truffe sono sempre più numerose.
Non dobbiamo mai abbassare la guardia, dunque, anche se pensiamo di poter essere “esenti”, perché come detto i truffatori sono sempre più bravi.
Se ci troviamo di fronte a una email e temiamo che sia potenzialmente fraudolenta, possiamo imparare a riconoscere alcuni dettagli, che ci diranno se i nostri sospetti erano fondati o meno. Ecco cosa consigliano gli esperti.
Anche se alcune accortezze possono sembrare banali, a volte adottarle significa proteggersi dai numerosi tentativi di phishing e di truffe che girano continuamente in rete.
Gli esperti infatti consigliano di controllare sempre il mittente, prestando particolare attenzione. I truffatori usano trucchi semplici ma efficaci, come usare parole/indirizzi che sembrano quelli di realtà accreditate. Ad esempio potrebbe arrivare una email da “@bancintesa.it”, o da “@amzon.it”, laddove una singola lettera mancante (in questo caso la “a”) non viene percepita immediatamente.
Oltre al mittente, possiamo anche controllare se esistono altri destinatari oltre al nostro indirizzo email. Di solito i truffatori inviano la stessa email fraudolenta a tantissime persone e non ad un soggetto singolo. In particolar modo è possibile che i destinatari abbiano tutti il nome che inizia per una specifica lettera.
Tra le altre cose che possiamo fare per individuare una mail pericolosa è quella di controllare la grammatica del messaggio. Anche se i cyber criminali stanno diventando bravi, è possibile che lascino qualche errore, che ci darà modo di “drizzare le antenne”. Anche qui basta poco: una virgola che si attacca alla parola seguente senza spazio, un accento o apostrofo che manca, o l’uso di parole chiaramente tradotte in automatico.
Nei messaggi, poi, spesso è presente un “tono di urgenza”: i criminali cercano di mettere in ansia il destinatario, adducendo problemi che devono essere risolti al più presto.
Ovviamente, la vittima dovrà risolvere il problema, subito, magari cliccando su in link o immagine in allegato. La regola vuole che non si debba mai aprire un link se non siamo assolutamente sicuri di chi ce lo ha inviato, e soprattutto dobbiamo evitare di aprire file o cartelle le cui estensioni terminano per “.exe, .scr, .apk, .ipa”.
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