La città Maya di Caracol in Belize attira ogni anno migliaia di visitatori ogni mese, tuttavia in 25 anni dalla scoperta non era ancora stata mappata con precisione per via delle avverse condizioni del terreno e del territorio. Poi è arrivato un aereo con una speciale strumentazione laser…
Il lavoro incompiuto da un quarto di secolo è stato completato in soli 4 giorni! Come? Grazie a una speciale fotocamera abbinata a un laser che seguiva l’andamento del terreno dall’alto
per ricreare fedelmente un modello 3D. La tecnologia Lidar ha risolto i guai degli archeologi.
D’altra parte ormai è possibile scoprire
trappole per pesci di mille anni fa (è successo in UK) e
addirittura foreste vergini grazie a Google Earth… mappare una città Maya è stato quasi uno scherzo per la strumentazione portata in
Belize aiutando il lavoro degli architetti. Merito di un team americano esperto nell’uso del
Lidar montato su un bimotore.
I due professori di antropologia della
University of Central Florida hanno così tracciato una
mappa 3D della città di Caracol vedendo al di sotto delle fronde dei numerosi alberi della
foresta tropicale, andando a percepire ogni singolo centimetro delle rovine e dell’antica città.
I precedenti delle foto aeree archeologiche sono numerosi come quelle delle rovine di
Pueblo a opera del primo attraversatore dell’
Atlantico in volo, Charles Lindberg.
LIDAR è acronimo di light detection and ranging (rilevamento e classificazione della luce) nella sua evoluzione
Airborne Laser Terrain Mapper per ricreare la morfologia di un territorio. 62 voli verso nord-sud, 60 est-ovest, effetto eco del laser triangolato con
GPS e il tutto mandato a un
megaPC che ha elaborato il modello. Caracol tra il 550 e 900 dopo Cristo contava
115.000 abitanti e occupava un’area di
100 km quadrati con zone dedicate al commercio, al culto e alle abitazioni dai ricchi ai più poveri.