Le aste su eBay che riguardano prodotti contraffatti sono responsabilità anche del portale, lo ha affermato la Corte di Giustizia dell’Unione Europea in merito a un ricorso presentato dalla casa francese L’Oréal. La celebre società transalpina aveva denunciato un mercato sempre più fiorente di prodotti che indebitamente utilizzavano marchio, nomi e grafica dei propri. E la Corte ha riconosciuto come vero ciò che l’Oréal ha evidenziato, alzando una questione sempre attuale in Rete ossia il rapporto tra contenuto e contenitore.
eBay dunque segue la scia di precedenti poco confortanti come quelli che condannavano Google per il risultato di determinate ricerche che andavano contro la legalità. Il contenitore ha responsabilità sul contenuto, anche se non ne è direttamente coinvolto.
E quindi se Google deve monitorare e eliminare tempestivamente risultati (o apps di Android) non idonei, lo stesso deve operare eBay. Il caso dei cosmetici contraffatti è solo la punta dell’iceberg visto che sono centinaia le categorie che potrebbero essere coinvolte.
Scendendo più nello specifico, la Corte europea ha individuato in eBay una sorta di complicità che emerge nella fornitura di una serie di servizi come la gestione dei dati, delle inserzioni e soprattutto delle transazioni. Si aprirà un’estate di caccia ai prodotti tarocchi?
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