La vicenda Btjunkie potrebbe costare cara a Fastweb e Ngi

Non si è affievolita l’attenzione intorno al caso Btjunkie, tutt’altro: il tribunale di Cagliari ha formalmente indagato i due provider Fastweb e Ngi per aver appoggiato la piattaforma pirata. In buona sostanza, nonostante la chiusura dietro ordine della Procura i due fornitori di servizi Internet hanno continuato a rendere accessibile Btjunkie. Le prime risposte dei due provider cercano di gettare acqua sul fuoco sminuendo l’accaduto con la motivazione del mero incidente tecnologico. Tuttavia potrebbe giungere una stangata importante, perché dimostrativa.

Ricordate la vicenda Btjunkie? La piattaforma di condivisione file P2P che spesso e volentieri sfociava nello scambio di contenuti protetti dal copyright come canzoni e film. A avviare il provvedimento la firma del sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Giangiacomo Pilia.
 
Nell’operazione condotta dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza di Cagliari sono finite dunque due società di primo piano come Ngi e soprattutto come Fastweb, che nel frattempo sminuiscono le accuse affermando che la continuata raggiungibilità del portale è stata dovuta a un incidente.
 
Il sito Btjunkie.com era stato chiuso tagliando così i ponti con i suoi circa mezzo milione di utenti italiani che ogni giorno scaricavano musica, film, videogiochi e software. E ora le etichette festeggiano, che negli USA avevano già esultato dopo la legge dei 6 schiocchi.

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