I neutrini sono rimasti più veloci della luce per meno di sei mesi. Lo scorso 23 settembre il CERN comunicava una notizia bomba che ha fatto rapidamente il giro del mondo: i neutrini vanno contro i principi della relatività di Einstein. Per una manciata di nanosecondi (60 miliardesimi di secondo, per la precisione), i neutrini sparati dal laboratorio elvetico avevano preceduto l’eventuale “arrivo” teorico di un fascio di luce in un’ipotetica gara di velocità fino alle viscere del Gran Sasso in Abruzzo, in Italia a 720 km di distanza. Oggi arriva la smentita: è stato commesso un piccolo errore nella misurazione, più specificamente nella comunicazione tra il rilevatore GPS, la fibra ottica e il computer utilizzato. Piccolo, sì, ma fondamentale per produrre la non-verità.
Ma come è avvenuto l’errore? I fasci di neutrini sparati erano più lunghi del previsto e così quale “sezione” si sarebbe dovuta scegliere come valida per lo stop al cronometro? Dalla “testa” alla “coda” del fascio i tempi erano differenti e dunque si è scelto di accorciarli. Il segnale GPS era necessario per calcolare la distanza in modo preciso, con un margine massimo di 20 centimetri di tolleranza. La velocità maggiore della luce era osservata in modo costante, ma probabilmente risiedeva nella connessione in fibra ottica. La luce viaggia all’interno più lentamente… della velocità della luce a causa della rifrazione subita. Di conseguenza la luce era meno veloce della luce e dunque i neutrini più veloci. Ma è un’ipotesi ancora preliminare, ne sentiremo parlare a lungo.




