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Anonymous spegnerà Internet il 31 marzo, pesce d’Aprile anticipato?

Da qualche ora circola voce su Internet che domani 31 marzo 2012 il gruppo degli Anonymous attaccherà in massa i principali portali mondiali spegnendo, di fatto, la rete. Si tratterebbe di un attacco chiamato tecnicamente DDoS ossia Distributed Denial of Service che andrebbe ad interessare i principali DNS mondiali. I DNS (Domain Name System) sono i sistemi di nomi a dominio e servono per la gestione dei nomi dei nodi della rete in indirizzi IP e viceversa. In buona sostanza, sarebbe un attacco alle fondamenta di Internet, che non farebbe crollare il castello del Web ma che lo offuscherebbe per diverso tempo. Eppure c’è una più che forte possibilità che questo attacco sia una bufala di prima qualità.

Prendiamo ad esempio la data: il 31 marzo è il giorno prima del 1 aprile che tradizionalmente è quello in cui si festeggia la creatività del web sui pesci d’aprile più fantasiosi e divertenti. Si vedano ad esempio quelli di Google, che non ha fatto altro che seguire una tradizione secolare. A discredito della tesi della veridicità dell’attacco sono arrivati due tweet dai canali più rappresentativi del collettivo dei pirati informatici, come @YourAnonNews: “Per la miliardesima volta: Anonymous non spegnerà Internet il 31 marzo. #OpGlobalBlackout è solo un altro #OpFacebook failop. #yawn”. E poco prima: “Pensateci un momento: perché Anonymous dovrebbe spegnere il nostro parco giochi, Internet? Sul serio, come potrebbe questo aiutarci? #NextQuestion”.
 
Insomma le smentite sono arrivate in fretta e denotano anche un certo livello di fastidio per questa voce che circola da un po’ di tempo. In effetti non si può non essere d’accordo con quanto cinguettato: che senso avrebbe spegnere la rete, con un’azione totale e globale che poco sarebbe in linea con i propositi e soprattutto i veri nemici del collettivo. Quali sono? Le autorità e le associazioni come la RIAA o la MPAA che proteggono i diritti d’autore online. Con un’azione come quella millantata, cadrebbero nel blackout anche Google, Twitter, Facebook e tutti i più importanti portali online.
 
Chi crede invece a un attacco DDoS avanza come causa scatenante quella dell’ennesimo atto di protesta contro il bavaglio della legge “SOPA” (ecco tutti i dettagli), che però poteva essere considerato valido qualche mese fa, non ora. Insomma, non c’è da crederci troppo, ma non è altrettanto scontata la sua natura di bufala. Tra i possibilisti c’è chi crede che sia anche tattica quella di Anonymous, che si allontana da subito dall’attacco in modo studiato e ragionato. Chi avrà ragione? Domani avremo la risposta.

Diego Barbera

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