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Yahoo: duemila licenziamenti per sopravvivere

Yahoo dà il via a una delle più corpose ristrutturazioni della storia di Internet e delle sue grandi società “fondamenta”. Il colosso americano sta vivendo il suo periodo più buio e ha deciso di sfrondare tutti i rami possibili per cercare di recuperare uno stato di salute accettabile. Così si taglierà del 14% la forza lavoro con un totale di ben 2000 licenziamenti. Chi l’avrebbe mai detto un decennio fa. quando Yahoo! era il numero uno online, ma non ha saputo sfruttare un’egemonia che poteva durare a lungo. Il nuovo Amministratore Delegato Scott Thompson ha commentato in modo piuttosto diretto e senza giri di parole: Saremo più piccoli, più agili e più profittevoli. Ma sarà sufficiente per tenere in vita Yahoo?

Ormai non si può più considerare Yahoo! un concorrente di Google perché il confronto tra numeri è davvero impari e impietoso. E pensare che paradossalmente Yahoo si sta mantenendo in vita soprattutto a ciò che è “esterno” al motore di ricerca ossia da un lato Flickr – il contenitore di foto 2.0 con la sua community milionaria – e dall’altro Yahoo Domande e Risposte.
 
Il nuovo Amministratore Delegato della società, Scott Thompson (già visto a capo di Paypal), segue a un periodo nerissimo di dirigenti che sono stati chiamati in causa e poi quasi subito allontanati oppure si sono fatti da parte da soli. Due casi su tutti: Carol Bartz e Jerry Yang. Carol Bartz aveva usato la mano pesante con licenziamenti e un periodo di terrore, ma era stata “fatta fuori” malamente. E più di recente Jerry Yang, che aveva provato a riportare una forza antica al comando (era uno dei co-fondatori) ma che se n’è andato da peso morto. Senza dimenticarsi del taglio di 1500 dipendenti del 2008 in seguito al disastro finanziario di Lehman Brothers.
 
Così, la proposta: si taglierà il 14% della forza lavoro. E’ facile fare di conto e scoprire che, essendoci circa 14.100 dipendenti, ne rimarranno a casa 2000. Un numero consistente, che di certo farà crollare i costi di salari, uffici e quant’altro (si calcola un totale di 375 milioni annui), ma che allo stesso tempo conferma la volontà di ripartire non da zero ma “tre” come un tempo disse il grande Massimo Troisi.
 
Da un lato ci saranno infatti Flickr e Yahoo Answers che potranno garantire grandi volumi di traffico e dunque possibili ricavi a grandi cifre per inserzioni pubblicitarie. Dall’altra il motore di ricerca, che potrebbe puntare su tecnologie e funzionalità per differenziarsi dalla massa, ma non sarà affatto semplice. Ormai il secondo nome del panorama è Bing di Microsoft e si vocifera su un possibile search engine di Facebook. Insomma, la zattera dei naufraghi di Yahoo potrebbe terminare tristemente alla deriva.

Diego Barbera

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