Al terzo posto della classifica dei ccTLD (ossia dei top-level domain, domini di primo livello nazionali) relativi alle nazioni, come .it o .fr tanto per capirci, risulta .tk. A quale stato si riferisce? A Tokelau, che è una sperduta e pittoresca isola ai nostri antipodi che nonostante i soli 1300 abitanti e una superficie abitabile di appena 10 chilometri quadrati ospita ben 9 milioni di siti registrati posizionandosi appena dietro la Germania (.de) e il Regno Unito (.uk). Pensateci bene: quante volte avete incontrato siti anche in lingua italiana che terminassero proprio con .tk? Il motivo di questo successo strepitoso ha un nome e un cognome ossia Joost Zuurbier, un olandese di Amsterdam che nel 2000 ideò uno dei più vincenti – e tuttavia poco conosciuti – progetti basati sul web. Ecco la sua storia.
In questi giorni l’organo mondiale responsabile dei domini ossia ICANN sta approvando i nuovi generic top-level domains (gTLDs) che saranno personalizzabili a carissimo prezzo (185.000 dollari) e già tutti i principali brand mondiali, da .fiat a .ferrari passando per .gucci hanno già avanzato le richieste. Ma dodici anni fa, Joost Zuurbier stupì tutti con una lungimiranza notevole. L’olandese volò da Amsterdam fino a Los Angeles, poi alle Hawaii e da lì alle Isole Samoa Americane, successivamente deviò verso le Samoa Ovest dove attese una settimana una barca che lo traghettò a Tokelau, in 48 ore. Un viaggio infinito, una grande opportunità commerciale. La sua idea era “Se Hotmail è diventata famosissima (nel 2000 NDR) regalando indirizzi email, io potrei fare lo stesso regalando domini“. E così riuscì a convincere i tokelanesi a creare un servizio mai visto fino a quel momento: domini gratis con .tk anche come mezzo per promuovere l’isola.




