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Retina artificiale per “vedere” il Braille [FOTO]

Una retina artificiale e digitale potrebbe essere la soluzione ideale per i non vedenti che potranno così non proprio recuperare appieno la vista quanto poter leggere più velocemente e comodamente il linguaggio Braille. Quest’innovazione in ambito medico arriva dalla Svizzera col progetto Argus II. Come funziona? I caratteri in Braille vengono inviati tramite segnali luminosi agli occhi del paziente: una microcamera integrata nella protesi li capta e li trasmette direttamente al cervello. Questa tecnologia permetterebbe anche di riconoscere ostacoli e di avvertire in tempo prima di un urto o di una possibile caduta. La retina artificiale conta su 60 sensori in tutto ed è in via di sviluppo alla École Polytechnique Fédérale de Lausanne in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.


E’ anche in arrivo un nuovo incredibile traduttore Braille si differenzia dagli altri dispositivi esistenti. Infatti non si occupa di poter leggere più facilmente questo alfabeto pensato per i non-vedenti ma di tradurre ciò che si sta scorrendo col polpastrello grazie alla tecnologia miniaturizzata nello speciale ditale. Insomma l’utente scorrerà su una parola tradizionale e la “sentirà” in Braille grazie a un feedback tattile. Il dispositivo infatti si indossa all’indice e permette di cambiare radicalmente la vita di questi pazienti. Secondo le stime è atteso verso l’estate del 2012, ma in questo anno e mezzo potrebbe anche progredire e migliorarsi offrendo nuove capacità. Vediamo come funziona e quali sono le altre tecnologie al servizio dei non vedenti o ipovedenti. Il nuovo lettore/traduttore Braille si indossa come un normale ditale all’indice (ovviamente nulla vieta di preferire un altro dito) e funziona grazie a una serie di sensori che comunicano tra loro per decifrare da un lato e “parlare” dall’altro con gli altri componenti interni. E’ diverso da tutto ciò che abbiamo visto finora.



Qui siamo di fronte a una novità vera perché il dito scorre su un testo “tradizionale” e il dispositivo lo traduce in caratteri Braille percepibili dal dito all’interno del ditale. Come? Con una videocamera che riconosce il testo e a un processore interno che comunica con un database. Le sue applicazioni potrebbero anche coinvolgere la rete: potrebbe infatti ricevere le ultime news o i feed dei blog via RSS, ma anche riprodurre al tatto interi libri o messaggi testuali via Bluetooth e così via con potenzialità apparentemente infinite. Altri gadget per il Braille nella pagina dedicata
Diego Barbera

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