L’aumento dei tassi dei mutui ha portato difficoltà nelle famiglie che vogliono acquistare una nuova casa. Ora però si sta aprendo un nuovo scenario.
Nell’ultimo periodo i tassi per i mutui sono raddoppiati, mettendo in difficoltà le famiglie che hanno chiesto un prestito per comprare la casa. Il tasso di interesse medio, infatti, è salito fino a sfiorare il 4,9% nel settembre 2023. Molti si chiedono se questa situazione si stabilirà o se ci saranno ulteriori aumenti.
Ma da cosa dipende il tasso di interesse mensile? Ciò è determinato in base all’Euribor e dallo spread, ovvero dal margine di guadagno della banca. L’Euribor, influenzato dal tasso di interesse di riferimento della BCE, è aumentato dieci volte consecutive dal luglio 2022. Questo significa che siamo arrivati a un’inflazione, che è la più alta dagli anni ’80 e ha interessato tutta Europa.
E’ l’aumento del costo della vita ad aver generato l’innalzamento dei tassi sui mutui variabili degli italiani e la BCE per frenare la crescita dell’inflazione ha deciso di innalzare il proprio tasso di riferimento. Una situazione che ha fatto scendere l’inflazione che è diminuita del 5,3% nel settembre del 2023, dimezzata rispetto allo stesso periodo nello scorso anno? Non sembra, poiché l’obiettivo della Banca Centrale Europea è quello di portare l’inflazione al 2%. Di conseguenza, la BCE interverrà ancora e ritoccherà i tassi.
Se l’obiettivo è lontano, allora si avrà una rimodulazione dei tassi di interesse, che aumenteranno ancora. E’ possibile, dunque, che questo accadrà ma, tuttavia, a scongiurare ciò sono i numeri negativi dell’economia in Europa. L’indice Hcob Pmi di Standard & Poor, che riassume lo stato di salute del settore manifatturiero e dei servizi, è sceso da 48,6 a 46,7 da luglio ad agosto ed è risalito a 47,1 a settembre. Tuttavia rimane sotto la soglia di 50 che indica l’espansione economica.
Questi numeri potrebbero contribuire a invertire la tendenza attuale dei tassi. Il rallentamento dell’economia e la possibilità non remota di una recessione potrebbe avere due effetti. Uno potrebbe naturalmente deprimere l’inflazione, riducendo la domanda e portando a un calo dei prezzi verso il 2%. Dall’altra parte potrebbe far comprendere agli analisti della BCE che un ulteriore aumento dei tassi aggraverebbe un panorama economico già deteriorato.
In tutti i due casi si verificherebbe la stessa conseguenza, ovvero non sarebbe più necessario e opportuno un intervento della Banca Centrale Europea e sarebbe evitato un aumento del tasso dei mutui. Tuttavia, è difficile prevedere se ciò potrebbe portare a ridurre i tassi ed è improbabile che questo accadrà nel breve termine. Nei prossimi mesi, però, potrebbero stabilizzarsi.
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