Aerei pilotati con la mente: il futuro dell’aviazione

Sicuramente non potrà mai capitarvi di incrociare nei cieli un aereo, come se foste su un’autostrada. Tuttavia mettiamo per assurdo che voi siate piloti provetti e aggiungiamo anche la possibilità che possiate superare o essere superati da un altro velivolo. Ebbene, non vi stupiate se il vostro collega pilota non avesse le mani sulla cloche ma fosse semplicemente concentrato con lo guardo davanti a sé, le mani in grembo e sulla testa una sorta di bizzarra cuffia da piscina. Come un cappello aderente al cranio, con una serie di cavetti che partono – come solitari capelli – concludendo la loro corsa lontano dalla vostra vista. Ebbene, quel pilota così bizzarro starebbe guidando l’aereo solo col pensiero: non è fantascienza, ma un esperimento già eseguito con successo.

Come racconta l’Università della Tecnologia di Monaco di Baviera in Germania (Technische Universitat Munchen), è stato effettuato uno speciale test su alcuni piloti consentendo loro di prendere il possesso e il controllo del velivolo semplicemente con la forza del pensiero. Già, il vero e proprio volo con il pensiero esiste davvero e potrebbe avere applicazioni realistiche, concrete e anche vincenti vero presto. È stato infatti dimostrato che garantisce un livello di accuratezza decisamente superiore alla norma. Per condurre l’esperienza, si è preso un gruppo variegato di piloti.

C’era il novellino che non aveva mai guidato da solo un mezzo se non con un simulatore fino a personale di grandissima esperienza con migliaia di ore alle spalle. In tutto sette tester sono stati ovviamente fatti accomodare all’interno di un simulatore: non era il caso di affrontare subito la prova del fuoco, su un vero aereo. I soggetti hanno indossato il casco con gli elettrodi collegati a un mini computer con elettroencefalogramma (EEG) che studiava e misurava le onde cerebrali. Gli si è poi chiesto di visualizzare mentalmente le fasi del volo dal rullaggio al decollo, dalla fase di crociera con le varie manovre all’atterraggio.

Un sofisticato algoritmo ha poi interpretato le onde cerebrali convertendole in comandi precisi ai sistemi di pilotaggio del simulatore di volo. I risultati sono stati davvero sorprendenti: non solo i comandi erano riconosciuti dalla plancia di controllo, ma la loro accuratezza e precisione era mediamente supreriore a un volo manuale classico, soprattutto in condizioni difficili come in scarsa visibilità. Lo scopo è quello di rendere l’esperienza di pilotaggio più confortevole e precisa, meno stressante per i piloti e più sicura. Ci sono però tanti limiti ancora da superare: tralasciando quello enorme della messa in pratica della tecnologia, rimane da trasformare completamente qualcosa di prettamente manuale (nel vero senso della parola, ossia effettuato con le mani) in “cerebrale”. Ma i controlli col pensiero non sono una novità e potrebbero diventare presto standard.

A proposito di controllo col pensiero, è stato pilotato un elicottero, uno skateboard e una sedia a rotelle.

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