Si sente spesso parlare di cloud computing online in articoli e forum, ma che cosa indicano queste parole e soprattutto a cosa serve? Per cloud computing si intende tutto quell’insieme di tecnologie che mettono a disposizione risorse hardware – archiviazione soprattutto, ma anche altro – così come servizi software via remoto. E’ ormai abitudine sentire l’epiteto “sulle nuvole” proprio in questo senso, non solo come traduzione del termine: per alleggerire il dispositivo dell’utente si toglie il più possibile tutto ciò che non è necessario a quest’ultimo facendosene carico dall’origine. Così non servirà più una dotazione tecnica esagerata.
Le varie tipologie di cloud computing

Cloud computing l’origine del nome

Ma come mai si è scelto proprio il nome di cloud computing: così come le nuvole sono elementi impalpabili, quasi impossibili anche da definire come colori e come sostanza, anche i servizi on the cloud non implementano le risorse in modo dettagliato, ma l’utente si appoggia e sfrutta risorse non note all’utente finale. L’utente avrà così accesso a un servizio pronto all’uso, ottimizzato e già configurato per la funzionalità richiesta. Con i servizi di storage online, il cliente può configurare da sé medesimo i parametri. L’architettura del cloud computing si appoggia ovviamente a server reali e tangibili, che però sono situati nel data center del fornitore. Ma vediamo qualche esempio di servizio cloud computing moderno.
OnLive

Chrome OS

Anche un sistema operativo può essere on the cloud, come Google Chrome OS che parte dal browser Chrome ampliando il discorso alla gestione completa del computer attraverso i servizi che la rete mette a disposizione. Basato su kernel Linux, richiede così componenti di basso range. Recentemente Google ha presentato i primi Chromebook ossia i primi notebook già predisposti nativamente a questo OS come Acer ZGB e Samsung Series 5 (ecco la loro scheda tecnica) oltre a Cr-48 che ha aperto la serie.




