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Rupert Murdoch su Twitter tra insulti e anzianità

Rupert Murdoch è sbarcato su Twitter. Non fosse per il simbolino “Utente Verificato” e per la presentazione cinguettata direttamente dal CEO del social network, Jack Dorsey. Tutto il mondo ha saputo dell’iscrizione del magnate australiano dopo aver infatti letto “Con la sua voce e il suo stile, Rupert Murdoch è su Twitter da oggi“. E non sono mancati gli insulti, ma non stiamo parlando di un grappolo di utenti isolati quanto di un numero spaventoso di tweet che hanno tempestato la pagina personale del tycoon e in generale il servizio di microblogging con improperi vari in qualsiasi lingua del mondo. Di più: a 80 anni, Murdoch forse ha intrapreso una via fuori dalla propria portata.

Chiunque può iscriversi a 80 anni o anche a 100 su Twitter, non è certo l’età determinante per una persona, tuttavia è il modo in cui si twitta. Jack Dorsey ha scritto “A suo modo” ed è proprio questo il problema con Rupert Murdoch, che è entrato a piedi uniti e a martello su Twitter con il suo mondo fatto di sicumera e soprattutto con lo sfondo degli avvenimenti che lo hanno coinvolto negli ultimi mesi.
 
In meno di un giorno ha raccolto oltre 40.000 follower che subito si sono impegnati ad accoglierlo per bene. Citiamo solo tre cinguettii pescati nelle centinaia di migliaia delle ultime ore: “Seguo Rupert Murdoch solo per scoprire in che stato di decomposizione si trova“, “I primi 30 tweet di Rupert Murdoch si leggono gratis, poi si pagano” o ancora “Mi stupisce che Rupert Murdoch segua 4 persone, la polizia dice 800“. E così via con perle niente male, molte delle quali che non si possono riportare, purtroppo.
 

 
I temi centrali delle polemiche sono quelli noti: i suoi tentacoli di piovra sul mondo soprattutto dei media, lo scandalo delle intercettazioni nel Regno Unito o ancora la battaglia legale contro Google News e il mondo dell’informazione online. Dal canto suo, Rupert segue la moda del social network e pur dando opinioni personali su trend del momento – da Steve Jobs al sindaco di New York, Bloomberg – non si trattiene e va di autopromozione.
 
E così scrive “Amo il film “we bought a zoo”, una pellicola per la famiglia. Sono orgoglioso del team di Fox che lo ha realizzato” oppure “Ho visto Descendants, un film della Fox. Grazie a Dio, uno di cui esserne fieri. La star George Clooney merita l’Oscar e forse anche il film“. Senza dimenticarsi del Wall Street Journal per una celebrazione dei propri possedimenti che per molti ha rasentato il patetico.
 
Di sicuro Murdoch ce la mette tutta a facilitare i compiti dei propri detrattori. Basti guardare la foto (auto-scatto) scelta per il profilo che sicuramente avrebbe meritato una scelta migliore, magari in compagnia della bella moglie, con questa in primo piano. Oppure un piccolo refuso nel primissimo tweet (sintomo della scrittura da dispositivo mobile). Chissà se anche Rupert si stancherà subito di Twitter dopo pochi giorni?

Diego Barbera

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