Telescopio più grande al mondo sorgerà in Cile a 3000 metri

Sarà il più grande telescopio mai realizzato, un mostro alto 40 metri e dotato di tutte le tecnologie più moderne: l’E-ELT ossia European Extremely Large Telescope sorgerà a 3000 metri sul livello del mare sulla cordigliera delle Ande lato cileno, lassù dove il cielo è più terso e dove le condizioni sono ideali per osservare il firmamento senza il minimo disturbo di illuminazioni artificiali, smog o altro. C’è anche un po’ di Italia nel progetto da 1 miliardo di euro finanziato dagli stati membri dell’Unione Europea visto che verranno versati circa 4 milioni di euro nei prossimi dieci anni. L’egida del progetto è dell’ESO ossia dell’European Southern Observatory che riunisce a sé gli astronomi e astrofisici del Vecchio Continente.

I nomi dei telescopi più grandi del mondo non vanno troppo per il sottile e giocano in modo pesante a “chi ce l’ha più grosso”. Abbiamo infatti visto finora impianti denominati in modo singolare come il Very Large Telescope (VLT) che si basa su quattro telescopi ottici separati e supportati da quattro telescopi minori. Anche lui fa parte dell’European Southern Observatory (ESO), si trova in Cile ed è costato 500 milioni di euro. Ma E-ELT ossia l’European Extremely Large Telescope non avrà rivali visto che sfrutterà un abnorme diametro di 40 metri e sarà collocato in quota per un’osservazione ideale dei misteri del cielo.
 
L’ESOEuropean Southern Observatory – ha approvato il finanziamento necessario alla realizzazione dell’impianto a seguito della riunione presso Garching (Germania) stanziando un totale di 1.083 milioni di euro (in larga parte ancora da trovare, tuttavia) che arriverà dai paesi membri tra cui anche l’Italia. Così come i precedenti grandi telescopi, sarà eretto in Cile e sarà anche costruito in modo tale da resistere alle forti scosse sismiche che spesso interessano la zona. Il cantiere sarà aperto al Cerro Armazones a una quota di 3.060 metri d’altitudine (dove si calcolano 320 notti senza nuvole all’anno), non distante dall’osservatorio di Paranal dove si trova il cugino VLT. Grazie alla dotazione tecnica potrà operare andando a scandagliare le profondità del firmamento alla ricerca di pianeti simili alla Terra, studierà i buchi neri e soprattutto l’energia oscura.
 
Sulla carta sarà dunque più grande del prossimo telescopio frutto della collaborazione tra USA, Canada, Giappone e Cina e conosciuto come Tmt (Thirty Meter Telescope) che sarà di 30 metri di diametro. Il caro e vecchio Hubble conta invece su un diametro di appena 2.8 metri, ma essendo in orbita parte decisamente avvantaggiato rispetto alla concorrenza terrestre. Non sempre però serve un’attrezzatura da un miliardo di euro per ottenere risultati professionali, come nel recente caso dell’osservatore amatoriale che è riuscito a scattare una mirabile foto di Giove e della Stazione Spaziale Internazionale (apparentemente) vicini durante il pieno giorno.

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