Come diventare ‘game designer’: la professione che gli amanti dei videogiochi sognano

La professione del game designer è affascinante per gli appassionati di videogiochi e chi sogna una carriera nell’informatica. L’importante è capire da dove iniziare. 

Chi da piccolo si sentiva ripetere spesso che stare appiccicato a uno schermo per dei videogiochi non era un lavoro sa bene che ora le cose sono diverse. Ci sono diverse carriere che si possono intraprendere nel settore videoludico, dal tester del prodotto finale a chi progetta l’esperienza di gioco. Questa figura si chiama ‘game designer’ e negli ultimi anni sta diventando una posizione molto ambita.

come diventare game designer
La professione del game designer attira molti ma bisogna sapere come formarsi. – (tecnocino.it)

Prima di tutto bisogna chiarire che esiste una differenza netta fra sviluppatore e designer. Il primo si occupa della parte tecnica e di elaborare il codice che darà vita il gioco mentre il secondo si occupa di tutte le fasi di lavorazione. Il game designer non solo studia gli ambienti e le dinamiche di gioco ma definisce anche la storia, i personaggi e l’aspetto dell’intrattenimento.

Per una professione così sfaccettata occorre una formazione che preveda diverse materie, dalla progettazione 3D alle tecnologie immersive . Gli studi superiori possono essere sia scientifici che umanistici dato che occorre comunque proseguire con la laurea in Informatica. I percorsi specifici in questo ambito infatti di solito sono previsti come master da seguire dopo la laurea.

Diventare ‘game designer’ in Italia

Esistono negli USA delle lauree magistrali (master degree) in Game Design molto quotate, tra cui quella della Universal Arts School di Los Angeles. Tuttavia chi non potesse permettersi di volare oltreoceano ha l’imbarazzo della scelta anche qui. Per esempio a Milano l’università IULM prevede un master in Social Gaming e Mobile Application Design, e corsi simili non mancano neanche a Brescia e a Roma.

Il game designer progetta tutto
Il game designer parte dall’idea stessa che dà vita al gioco. – (tecnocino.it)

Nella capitale in particolare ci sono diverse alternative. Chi non voglia fare formazione ulteriore dopo la laurea può scegliere l’indirizzo biennale di Videogame Programming and Design della Scuola Internazionale di Comics. Altrimenti si può tentare l’accesso alla  Accademia Italiana Videogiochi attiva da quasi vent’anni che però eroga corsi a numero chiuso.

Una volta ottenuto l’attestato come sempre occorre iniziare a fare esperienza, magari già con uno stage previsto dal master. Dei tirocini come programmatore o tester possono servire ad avvicinarsi al proprio obiettivo prendendo dimestichezza con l’esperienza di gioco e la sua progettazione. Si parte di solito in azienda ma non è raro che molti diventino freelancer.

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