Wikileaks estromessa dai server di Amazon, che sceglie la sicurezza nazionale

Amazon ha chiuso la porta dei suoi server in faccia a Wikileaks, il portale più discusso del momento. Il CEO Jeff Bezos (foto) ha deciso dunque di seguire le indicazioni governative di sicurezza e di tagliare con il sito di rivelazioni che pubblica costantemente tonnellate di informazioni e di email una volta riservate. Qualche tempo fa infatti Wikileaks era stato accolto sui server del più grande store online, ma con le polemiche che sono infuriate nel corso dell’ultima pubblicazione si è deciso di mettere alla porta l’ospite troppo invadente e pesante. Ora probabilmente Wikileaks ritornerà al suo vecchio provider svedese. Intanto è caccia a Julian Assange, che forse si è nascosto a Londra.

Amazon è uno dei punti di riferimento dell’e-commerce, recentemente è sbarcato anche in Italia, per mantenere la sua reputazione intatta nei confronti dei suoi clienti e per evitare soprattutto grane internazionali ha deciso di tagliare i ponti con Wikileaks, che finora era stata ospitata sui server di casa.
 
L’ha comunicato lo stesso Jeff Bezos che ha stracciato l’accordo “amichevole” con Julian Assange, il fondatore dell’associazione che svela i segreti diplomatici e governativi senza pietà, l’ultima tornata ha riguardato in modo particolare l’Italia. Nelle precedenti ci si è concentrati sulle guerre in Asia soprattutto in Iraq.
 
Dopo aver resistito agli attacchi informatici DDos del cracker The Jester, il portale di Julian Assange si era spostato sui server Elastic Cloud Computing (EC2) di Amazon sfruttando l’opportunità aperta a società e organizzazioni. Poi sono arrivate le indagini sul rapporto Amazon-Wikileaks e Bezos ha immediatamente staccato la spina. Ma il lavoro di Assange continuerà in un modo o nell’altro.

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