Rapidshare cambia idea e diventa paladino anti-pirateria

Incredibile quanto sia cambiata la reputazione di Rapishare in un anno: il popolare sito utilizzatissimo per la condivisione di file protetti da copyright è diventato magicamente paladino della lotta alla pirateria online, come annunciato recentemente dalla RIAA e dalla MPAA che ha parlato di “Proactive Piracy Eliminator“. Come ci è riuscito? Lo raccontano i tipi di Torrenfreak, ossia uno dei portali più informati e dentro questo mondo. La mossa è stata necessaria oltre che strategica visto il pericolo del precedente trattamento riservato a Megaupload.

Ricorderemo il 2012 così come il 2001 quando la caduta di Napster portò a un terremoto che colpì tutti i servizi e i portali simili. A gennaio 2012 l’FBI ha chiuso ufficialmente MegaUpload e MegaVideo e diversi portali di condivisione file e di video streaming hanno preferito auto-censurarsi per il terrore puro dell’arresto e delle azioni legali, vedasi anche BTJunkie.
 
Rapidshare era pronosticato come la futura vittima delle autorità nel campo dei cyberlocker, invece è clamorosamente passato dall’altra parte della staccionata. Chi usa il servizio se ne sarà sicuramente accorto che qualcosa è cambiato e che non era così facile come prima trovare file multimediali illegali da scaricare. Pensare che un anno fa Rapidshare era inserito nella lista nera della US Trade Rapresentative. Oggi è scomparso, anzi è promotore della lotta alla pirateria online.
 
L’avvocato del portale, Daniel Raimer racconta che si è lavorato molto sulla reputazione e sulla filosofia del sito e su come viene percepita, sottolineando che l’obiettivo è quello di combattere la violazione del diritto d’autore. RIAA e MPAA ossia le associazioni che proteggono il copyright, hanno applaudito agli sforzi di Rapidshare che ha sviluppato una rinnovata tecnologia di scansione che sorveglia tutti gli spazi che rimandano a contenuti del portale dai forum ai siti o blog di warez così da agire tempestivamente.
 
A quanto pare, etichette e major hanno finalmente compreso – almeno in questo caso – che il contenitore non può agire in tempo reale sul contenuto ma può farlo tempestivamente. Si prospetta un duro anno per i cyberlocker, che dovranno decidere: o evolversi o continuare una guerra che sarà sempre più difficile da sostenere.

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