Google vs Microsoft e Nokia: guerra sui brevetti mobile

Lo scontro tra Google e il nuovo polo formato da Microsoft e Nokia è pronto alla fase successiva dato che il colosso di Mountain View sembra intenzionato a portare in tribunale l’alleanza americana-finlandese sul fronte brevetti. Secondo quanto affermato da Google, le due super aziende starebbero mettendo i bastoni tra le ruote all’eventuale diffusione del sistema operativo Android e la vicenda sta acquisendo toni vicini a quelli di un film di spie o comunque di un legal thriller hollywoodiano. Cerchiamo di capire in parole povere quali sono i punti salienti di questo scontro che sta riscaldando un’estate che si preannuncia già bollentissima.

Vi abbiamo già parlato qualche mese fa del nuovo gioco di alleanze in campo mobile: Google ha acquistato la divisione Mobile di Motorola e si è messa in competizione con Nokia e Microsoft e ovviamente con Apple che balla da sola. Tuttavia, dei tre, il polo finlandese-americano è quello più delicato visto che può contare su un bacino di brevetti davvero imponente visto che unisce tutti quelli depositati o acquistati dagli europei e quelli degli statunitensi. Ed è proprio in questo campo che si basa l’accusa di Google, partendo da vicende di almeno un anno fa.
 
Era proprio lo scorso settembre quando la società canadese Mosaid acquistò un gran numero di brevetti Nokia e Microsoft rilevandoli da un’azienda di stanza in Lussemburgo. Gradualmente, i prezzi per lo sfruttamento delle tecnologie depositate nei brevetti acquistati da Mosaid sarebbero aumentati ma ovviamente sarebbe stata una decisione della stessa Mosaid e non di Nokia e Microsoft che avevano ceduto i brevetti. Dunque, fruitori come Google – che li utilizzava per Android – avrebbero dovuto “sganciare” di più a tutto vantaggio di OS concorrenti soprattutto di Windows Phone di Microsoft (e Nokia) che avrebbero sfruttato una corsia preferenziale.
 
Quanto è legittima questa accusa di Google? I presupposti ci sono, ovviamente Microsoft non ha tardato a rispondere affermando che è proprio Google, invece, a trarre beneficio maggiore in questa guerra di brevetti, mentre Nokia e Mosaid non si sarebbero esposte. Ora la palla passa all’Antitrust dell’Unione Europea, ma come al solito passerà qualche tempo prima di poter scoprire come andrà a finire. Ammesso e non concesso che la parola fine sia mai posta.

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